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Interventi chirurgici in gravidanza: i rischi

Durante i 9 mesi di gravidanza può capitare che la futura mamma debba sottoporsi a interventi chirurgici: ci sono rischi?

Durante la gravidanza, vi è la possibilità di avvenimenti imprevisti e seri, tanto da mettere a repentaglio la salute della mamma e del bambino. Oltre alle comuni complicazioni e patologie, come per esempio il diabete gestazionale, può capitare che ci si debba sottoporre a un intervento chirurgico. Come comportarsi in questo caso? Quali sono i rischi degli interventi chirurgici in gravidanza?

Interventi chirurgici in gravidanza

Durante i 9 mesi, nel caso in cui si renda necessario effettuare un intervento chirurgico, è necessaria una particolare assistenza pre- e post-operatoria, nonché un’adeguata cautela nei metodi anestetici e nella somministrazione di medicinali. Infatti, alcuni farmaci possono causare un grave abbassamento della pressione sanguigna e una riduzione dell’ossigeno. Inoltre, bisogna ricordare che nessun intervento chirurgico è privo di rischi, ancora di più in gravidanza, dal momento che bisogna mettere in atto delle pratiche al fine di salvaguardare la salute della mamma e del bambino.

Le principali patologie che richiedono un intervento chirurgico in gravidanza sono:

  • appendicite;
  • cisti ovariche benigne;
  • affezioni della colecisti;
  • ostruzioni intestinali.

Appendicectomia

Generalmente, l’appendicite si manifesta con un dolore forte e improvviso nella parte destra dell’addome, anche se l’area dolorante può essere più estesa. Altri sintomi possono essere nausea, vomito e febbre anche molto alta. Nel caso in cui la futura mamma debba essere sottoposta ad appendicectomia, si preferisce un intervento di laparotomia, ossia un’incisione chirurgica dell’addome. Infatti, se non curata, l’appendicite può portare a conseguenze anche fatali. Se l’appendice si perfora, il contenuto va a infettare il peritoneo causando una gravissima peritonite che può portare alla morte.

Laparoscopia

La laparoscopia viene praticata in numerose circostanze, come per esempio cistectomia ovarica e colecistectomia. Nel primo caso, a meno che la cisti non sia maligna, l’intervento deve essere ritardato il più possibile, fino a dopo la 14esima o la 16esima settimana di gravidanza. Infatti, le neoformazione potrebbe essere un corpo luteo, cioè una ghiandola endocrina che produce progesterone necessario per il proseguimento della gravidanza. Tuttavia, se la cisti continua a crescere, è necessario un intervento. Nel secondo caso, invece, le colecisti in gravidanza devono essere trattate in maniera conservativa. Sarebbe, quindi, opportuno rimandare l’intervento a meno che le condizioni della paziente non migliorino.

Anestesia in gravidanza

L’anestesia totale in gravidanza spaventa le future mamme, perché temono di mettere a rischio la propria salute e quella del bimbo. Se non c’è modo di rimandare l’intervento chirurgico, bisogna affidarsi totalmente al medico. Alcuni farmaci anestetici possono avere effetti teratogeni, soprattutto se vengono usati nel primo trimestre di gravidanza.

Scritto da Francesca Belcastro
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