In Australia arriva la scuola del futuro: niente classi

In Australia verrà inaugurata una scuola del futuro, dove i bambini verranno divisi in classi non sulla base dell'età, ma per le loro competenze.

L’Australia sarà uno dei primi paesi a sperimentare un nuovo tipo di istruzione: a breve verrà infatti inaugurata una “scuola del futuro“, in cui gli studenti non verranno suddivisi in classi sulla base della loro età, ma per la loro preparazione.

Scuola del futuro: niente classi e voti

Il Lindfield Learning Village – questo è il nome della struttura – sarà situato a Sydney, e ospiterà bambini in età scolare, ovvero dalla scuola materna fino alla scuola media. Questa scuola del futuro ha intenzione di stravolgere il concetto di formazione tradizionale, modificando anche le modalità di insegnamento e valutazione.

La didattica, infatti, sarà basata soprattutto su attività e progetti, grazie ai quali i bambini acquisiranno le competenze necessarie per risolvere problemi reali – il focus sarà dunque su soft skill quali leadership, collaborazione, problem solving e capacità di parlare in pubblico. Inoltre, verrà dato grande spazio all’interattività e all’utilizzo di più strumenti, come il Web, in modo da incoraggiare l’apprendimento attivo e attraverso tutti i canali che sono oggi a disposizione dell’uomo.

Un’altra importante novità risiede nel fatto che i bambini saranno seguiti da insegnanti, ma anche da altri studenti più grandi, con lo scopo di favorire lo scambio di conoscenze tra coetanei. In aggiunta a questo, non ci saranno valutazioni – almeno, non come siamo abituati a concepirle: il preside della struttura, Stephanie McConnell, ha spiegato che gli alunni saranno valutati, ma “ma forse non nel modo in cui intendiamo la valutazione all’interno di una scuola tradizionale”. Lo studente, infatti, potrà dimostrare di aver raggiunto le competenze richieste in una particolare disciplina nel momento in cui si sentirà sufficientemente pronto, costruendosi quindi un piano di studio autonomo.

Molto interessante è anche la suddivisione prevista per gli spazi: i gruppi più numerosi si ritroveranno nei “pozzi“, i gruppetti più piccoli siederanno intorno a un “falò” in compagnia di un docente, mentre gli alunni che vorranno lavorare a progetti individuali avranno a disposizione delle “grotte“.

Le perplessità

Naturalmente, non tutti i genitori hanno accolto questo progetto innovativo con entusiasmo. Molti, infatti, ritengono che il sistema proposto non sia realistico e favorisca lo sviluppo di alcune abilità a discapito delle competenze di base necessarie nella vita quotidiana: basti pensare al fatto che le attività e i progetti che compongono il piano di studi toglierebbero spazio a insegnamenti come l’inglese e la matematica. E in effetti, maturare forti competenze di problem solving è utile fino a un certo punto, se non si conoscono bene i numeri. Inoltre, la suddivisione dei bambini sulla base delle competenze e capacità acquisite potrebbe generare classi molto disomogenee per quanto riguarda l’età, creando un ambiente che i bambini potrebbero riconoscere come poco familiare.

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