Allattamento al seno, uno studio dimostra che difende dai ritardi di sviluppo neurologico e cognitivo
Da uno studio israeliano su oltre 500mila bambini emerge l’effetto benefico dell’allattemento al seno
di Redazione Mamme Magazine
L’allattamento al seno difende il piccolo dai ritardi di sviluppo neurologico e cognitivo. È quanto fa emergere l’Inbal Goldshtein del KI Research institute, ad Hazait in Israele attraverso uno studio (pubblicato su Jama Network Open) su oltre più di 500mila bambini (570.532). Il 52,1 per cento di loro, esattamente 297.571, sono stati allattati al seno per almeno sei mesi. E 123.984 bimbi, ossia il 41,7 per cento, è stato allattato esclusivamente al seno.
Lo studio
I ricercatori hanno monitorato periodicamente i bambino sino al compimento del terzo anno di vita: quelli allattati al seno per almeno sei mesi hanno mostrato un minore rischio di ritardi nel raggiungimento delle tappe di sviluppo linguistico e sociale o motorio rispetto ai bambini con meno di sei mesi di allattamento al seno. Nello specifico si registra un rischio ridotto del 27 per cento per i piccoli con allattamento esclusivo e una riduzione al 14 per cento in caso di allattamento al seno non esclusivo.
Tra 37.704 coppie di fratelli, i bambini che erano stati allattati al seno per almeno sei mesi avevano meno probabilità di mostrare ritardi nel raggiungimento delle tappe fondamentali (un rischio mediamente ridotto del 9 per cento) e un rischio ridotto del 27 per cento di ricevere diagnosi di disturbi dello sviluppo neurologico rispetto ai fratelli con meno di sei mesi di allattamento al seno.
Il commento della Fnopo
“Nonostante sia ormai noto che l’allattamento offra numerosi benefici per la salute della madre, del neonato/a e dell’intera società, i tassi di allattamento esclusivi a sei mesi mostrano ancora percentuali basse – commenta Anna Domenica Mignuoli, Consigliere della Fnopo, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (nella foto a sinistra) -. Il sistema di sorveglianza 0-2 anni, nell’ultima rilevazione (anno 2022) evidenzia tra l’altro, che solo il 30% dei bambini nella fascia d’età 4-5 mesi viene allattato in maniera esclusiva al seno, con un’elevata variabilità regionale caratterizzata da quote più basse nelle regioni del Sud”.
La prevenzione
“Questi dati indicano una possibile strada da seguire per contribuire alla prevenzione dei ritardi di sviluppo del bambino, ovvero la promozione dell’allattamento al seno esclusivo o di durata più lunga – aggiunge Mignuoli -. L’ostetrica/o gioca un ruolo fondamentale nel supportare le famiglie in questo percorso che riguarda non solo l’allattamento, ma tutta la genitorialità responsiva, compreso l’investimento nella formazione delle Ostetriche/i, come avvenuto con il recente corso Fad su allattamento e genitorialità responsiva proposto dalla Fnopo. Tutte azioni che se attuate in sinergia possono avere un impatto positivo e duraturo sulla salute delle famiglie e sulla comunità nel suo complesso”, conclude la professionista sanitaria.