Argomenti trattati
La corretta funzionalità della tiroide materna è fondamentale per la salute e lo sviluppo, sopratutto celebrare, del nascituro. Quali sono i controlli che devono essere effettuati per escludere future problematiche e anomalie? Vediamoli insieme!
Controllare la tiroide in gravidanza: perché?
Una corretta condizione di salute ha un ruolo fondamentale per tutte quelle donne che sono alla ricerca di una gravidanza. Il motivo? È semplice. Lo stato di benessere del piccolo dipende proprio dallo stato di salute della mamma. Infatti, se dovessero esserci delle disfunzioni materne, il nascituro potrebbe andare incontro a problematiche di diverso tipo. È opportuno quindi effettuare degli esami prima di cercare di avere un figlio e, quello della tiroide, è uno di quelli consigliati dai medici. La tiroide è una ghiandola endocrina che si trova nella regione anteriore del collo incaricata della produzione di ormoni tiroidei, chiamati T4 E T3.
Un difetto, seppur leggero, nel funzionamento di tale ghiandola può condizionare il corretto sviluppo della gravidanza o, in alcuni casi, anche portare anche ad un aborto o rendere il concepimento impossibile. Grazie ai numerosi studi è infatti emerso che il feto, nei primi mesi di gestazione, non presenta questa ghiandola tiroidea attiva e, proprio per tale motivo, è subordinato agli ormoni tiroidei della mamma. Essa si svilupperà solo intorno alla dodicesima settimana. Secondo Stefano Palomba, ginecologo dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia,
La tiroide ha un ruolo essenziale nel garantire la fertilità considerato che gli ormoni tiroidei contribuiscono alla regolazione dell’ovulazione
Gravidanza e tiroide: i controlli da fare
Le donne che desiderano una gravidanza è bene che si sottopongano ad alcuni specifici esami per escludere eventuali patologie della tiroide. Il proprio medico curante indicherà quali saranno tutti i controlli necessari da eseguire e di conseguenza le eventuali cure a fronte di squilibri. A solo scopo preventivo e in assenza di sintomi è consigliabile effettuare un’ecografia della tiroide così da vedere eventuali anomalie. Durante le prime settimane di gravidanza è consigliabile controllare i livelli di TSH, l’ormone che influenza direttamente l’attività della tiroide, nelle donne considerate a rischio e cioè che sono state precedentemente affette da patologie tiroidee, da obesità grave, da malattie autoimmuni, in presenza di gozzo e di età superiore ai 30 anni.
Per svolgere questo controllo basterà fare un semplice esame del sangue. Per le donne in dolce attesa i valori di TSH dovrebbero essere < 2.5 mU/l nel primo trimestre e < 3 mU/l nel secondo e terzo trimestre. Quali sono, invece, i rischi a cui può andare incontro il feto? Valori superiori di TSH portano ad un più elevato rischio di parto pre-termine, ad un basso peso alla nascita e maggiore frequenza di aborto. Grazie alle più avanzate terapie farmacologiche, le donne colpite da squilibri della tiroide possono vivere la gravidanza tranquillamente rendendo immune il feto da eventuali rischi.
La corretta funzionalità della tiroide in gravidanza
Per garantire il corretto funzionamento della tiroide durante il periodo di gravidanza, è utile aumentare l’apporto di iodio, elemento utilizzato dall’organismo umano per sintetizzare ormoni tiroidei. L’assunzione dello iodio avviene solo tramite l’alimentazione: i nostri cibi però ne contengono davvero poco e questo è il motivo per cui in cucina si consiglia di sostituire il normale sale con il sale iodato. Molti di noi pensano che per assumere lo iodio è utile recarsi al mare e respirare la sua aria, ma molti non sanno che l’aerosol marino non è sufficiente a farci aspirare la quantità di iodio di cui abbiamo bisogno. La dose necessaria da assumere giornalmente è di almeno 150 grammi, quantità presente negli integratori multivitaminici che si consigliano alle donne in gravidanza.