Tutte abbiamo sentito parlare di gravidanza extrauterina come di una deviazione dalla normale gravidanza. Vediamo di cosa si tratta e quali sono i sintomi principali.
Argomenti trattati
Chiunque ha sentito parlare di gravidanza extrauterina, ma spesso si ignora il reale significato di questa espressione. In una normale gravidanza, l’embrione dovrebbe annidarsi nell’utero. Tuttavia è possibile che, in casi anomali, essi si annidi al di fuori. In questo caso si realizza la cosiddetta gravidanza extrauterina.
Si tratta di un caso piuttosto raro, ma non impossibile. In queste circostanze, è relativamente frequente un’interruzione spontanea della gravidanza. Quando ciò si verifica, spesso non è necessario intervenire, ma bisogna comunque monitorare costantemente la situazione. In caso contrario, invece, è possibile somministrare il metotrexate, un farmaco che blocca la moltiplicazione cellulare.
Questo avviene solo se la donna non avverte dolori e la gravidanza è in fase iniziale. In caso contrario, sarà necessario procedere con una laparoscopia per la rimozione dell’embrione e, spesso, della tuba stessa. Pur costituendo un trauma soprattutto psicologico per la donna, la gravidanza extrauterina non rappresenta in alcun modo un ostacolo per eventuali gravidanze future.
Cerchiamo di capire in cosa consiste, nel caso concreto, questo tipo di gravidanza. Come abbiamo spiegato nell’introduzione, essa si verifica quando l’embrione si impianta la di fuori dell’utero, luogo normalmente designato per la gravidanza. Di norma, infatti, l’ovocita viene prodotto nell’ovaio, è fecondato nella tuba e si annida poi all’interno dell’utero. Nel caso di gravidanza extrauterina, la sede cambia. Il caso più diffuso è quello in cui l’embrione si annidi nella tuba stessa, senza giungere sino all’utero. In casi più rari, esso potrebbe anche tornare indietro fino alle ovaie e alla cavità addominale.
Si stima che, oggi, la gravidanze extrauterine corrispondano a circa l’1 o 2% del totale. I motivi alla base possono essere differenti. Uno dei più diffusi sembra essere l’utilizzo della spirale. Tale metodo contraccettivo endouterino, infatti, agisce rendendo l’utero un luogo meno favorevole all’insediamento dell’embrione. Il rischio che così si produce, però, è che l’embrione stesso si annidi in un altro luogo, notoriamente la tuba. Altre possibili cause potrebbero essere le malattie sessualmente trasmissibili o altre infezioni in grado di danneggiare le tube. Il rischio sembra inoltre più elevato per chi soffre di endometriosi.
Purtroppo, in caso di gravidanza extrauterina, l’unica possibile soluzione sembra essere l’interruzione della stessa. Una gestazione partita in questo modo, infatti, è destinata a interrompersi, poiché l’embrione, per svilupparsi, deve trovarsi all’interno dell’utero. Spesso, quando la tuba risulta danneggiata, si rende necessario asportare anche questa.
Non sempre la donna avverte i sintomi delle gravidanze extrauterine, le quali possono essere, appunto, anche asintomatiche. In questa circostanza, il compito di scoprirlo spetterà alla prima ecografia. Questa viene eseguita durante il primo trimestre di gravidanza, normalmente tra la sesta e la decima settimana. Il suo scopo è proprio quello di valutare lo sviluppo e la sede della gravidanza. Nel caso in cui l’embrione si fosse insediato fuori dall’utero, l’ecografia sarà in grado di riconoscere il problema. A volte, durante questa prima visita, si scopre che la gestazione è già stata interrotta. Ciò si verifica quando la donna non ha avvertito alcun dolore e tuttavia l’embrione non era insediato nella sede corretta. Si tratta di un’eventualità piuttosto diffusa.
Ovviamente, una scoperta del genere risulta traumatica per la donna e per il suo eventuale partner. Quella che era partita come un’esperienza incredibile ed emozionante non potrà essere portata a termine. Tuttavia, a livello fisico questo incidente non impedisce una nuova gravidanza. Ciò vale soprattutto nel caso in cui la gestazione si sia interrotta spontaneamente, senza bisogno di trattamenti chirurgici o farmacologici. Dalla comparsa delle nuove mestruazioni, quindi, sarà possibile tentare un nuovo concepimento.
Tra le gravidanze extrauterine, il caso più diffuso è quello nel quale avviene un aborto spontaneo e l’embrione si riassorbe poi, sempre spontaneamente, durante le prime 5 o 6 settimane.
Se la gravidanza extrauterina, al contrario, non dovesse interrompersi naturalmente, intervengono di norma alcuni sintomi a segnalare l’anomalia. I più diffusi sono dolori addominali e sanguinamento. Potrebbe verificarsi solo uno dei due segnali, oppure potrebbero giungere combinati. In ogni caso, si tratta di campanelli dall’allarme che non vanno ignorati. Se la donna accusa dolori alla pancia, che possono essere più o meno intensi, deve immediatamente rivolgersi al proprio medico. Un controllo ecografico permetterà di diagnosticare il problema. A questo punto si prenderanno le dovute misure, necessarie a proteggere la salute della donna.
Se non dovessero esserci sintomi, né interruzione spontanea, aumenta a dismisura il rischio di rottura della tuba. L’emorragia che ne segue potrebbe mettere in pericolo la vita stessa della donna.