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L’inizio della gravidanza rappresenta un periodo molto particolare e delicato, perché è in questa fase che l’ovulo fecondato, diventato embrione, si muove dalla tua di Falloppio verso la cavità uterina, dove si impianta e inizia a crescere. Tutto questo, di solito, avviene senza particolari intoppi. Delle volte, però, capita che l’impianto dell’embrione non avvenga nell’utero e in questo caso parliamo di gravidanza extrauterina. Che cos’è la gravidanza extrauterina? Quali sono le cause? In che modo si deve intervenire? Scopriamolo.
Gravidanza extrauterina: cos’è
Una gravidanza extrauterina vi è quando l’embrione si impianta al di fuori dell’utero. Questo avviene in una piccolissima percentuale delle gravidanze totali (0,8-2%) ed è più frequente nelle donne di età superiore a 35-40 anni. L’annidamento dell’embrione al di fuori dell’utero può avvenire in una delle tube di Falloppio, nella cavità addominale, nel collo dell’utero oppure nelle ovaie. Fondamentalmente può rappresentare una condizione molto pericolosa per la mamma, in quanto la rottura improvvisa della tua può provocare un’importante emorragia interna e mettere quindi a rischio la vita della gestante. Per fortuna, nella maggior parte dei casi, l’emorragia si arresta da sola o comunque si riesce a intervenire tempestivamente. Il tasso di mortalità è comunque molto basso: 0,5 su 1000.
Gravidanza extrauterina: le cause e i sintomi
Le cause che portano a una gravidanza extrauterina non sono sempre molto chiare. Esistono però alcuni fattori che possono favorirla, tra cui un’alterazione della normale struttura anatomica delle tube, precedenti interventi pelvici, infezioni dell’apparato riproduttivo, endometriosi, infertilità, età avanzata della donna, fumo di sigaretta. Anche la presenza di dispositivi intrauterini a scopo anticoncezionale o l’assunzione di alcuni farmaci possono favorire il presentarsi di questa condizione.
Inizialmente una gravidanza extrauterina non è molto diversa da una normale gravidanza. Sintomi come interruzione del ciclo mestruale, nausea, tensione al seno, sono del tutto normali. I primi sintomi compaiono dopo la quinta settimana dal concepimento e sono quelli più comuni. Man mano che la gravidanza va avanti possono comparire delle perdite di sangue, spesso scambiate per mestruazioni, il mal di pancia può aumentare e non sono rari i dolori alla schiena e nella zona lombare. Nonostante ciò, la gravidanza extrauterina può svilupparsi anche in assenza di sintomi.
Gravidanza extrauterina: come intervenire
Per riconoscere una gravidanza extrauterina il test utilizzato è l’ecografia, che permette di visualizzare la posizione dell’embrione all’interno dell’utero e il dosaggio nel sangue di un ormone prodotto dalla placenta e chiamato beta HCG. I livelli di questo ormone aumentano velocemente in una gravidanza normale, al contrario aumentano molto lentamente in una gravidanza extrauterina. La maggior parte delle gravidanze extrauterine purtroppo si interrompono spontaneamente durante le prime quattro settimane. Se ciò non si verifica si hanno tre possibilità:
- procedura d’attesa: di fatto non si interviene e si aspetta che la situazione si risolva da sé, sono comunque necessari controlli clinici quotidiani;
- trattamento medico: viene somministrato un farmaco chemioterapico, il metotrexate, che blocca la crescita dell’embrione;
- trattamento chirurgico: in questo caso si può operare tradizionalmente incidendo l’addome oppure in maniera meno invasiva tramite laparoscopia.
Dopo una gravidanza di questo tipo, è comunque possibile rimanere incinta, nonostante il rischio di avere un’altra gravidanza di questo tipo.