Dall’Università di Iowa, Stati Uniti, giunge una constatazione su una delle azioni dei propri figli che i genitori possono considerare sbagliata: il giocare con la pappa.
I ricercatori hanno, infatti, dimostrato che i bambini che “giocano” costantemente con la pappa imparano prima di quelli che non lo fanno i nomi di oggetti non solidi.
Gli oggetti solidi sono più facilmente riconoscibili dai bambini di poco più di un anno: hanno una forma definita. Quelli astratti no.
Ebbene, secondo quanto emerge dallo studio che ha seguito il comportamento di bambini seduti sul seggiolone durante “la pappa”. Quelli che toccano tutto, mettendo le mani nell’acqua, nel piatto e portandosi poi tutto sul viso, “assaggiando” così cibi e bevande, sarebbero in grado di riconoscere e nominare bevande e alimenti prima di bambini apparentemente più “educati”, che non fanno tutto ciò.
Quando il bambino, dal proprio seggiolone, getta a terra parte del cibo, o il bicchiere con l’acqua o altro che gli passa per le mani durante il momento della pappa, non fa un dispetto al genitore; non sta “giocando” con cibo e acqua, al contrario, sta imparando (come da ogni azione che compie giornalmente), reperendo informazioni che in seguito riutilizzerà per imparare il nome delle cose.
Le sostanze non solide, come bevande e cibo, hanno comunque dei nomi (quelli che noi diamo a acqua, succo di frutta, riso, pasta, minestra etc) e proprio questi nomi, attraverso il tatto e il gusto, il bambino ricorda successivamente.
Tatto e gusto diventano mezzi che il bambino usa per dare una consistenza e forma a cose che consistenza e forma non hanno.
Non si tratta di una consolazione a genitori disperati che non riescono a far capire ai propri piccoli di non “trafficare” con il cibo e con le bevande, sporcando se stessi e ciò che sta attorno; ma un dato di fatto e un’importante constatazione sullo sviluppo e apprendimento dei propri figli.