Fumare in gravidanza è molto pericolo sia per la mamma che per il feto: vediamo insieme i maggiori rischi.
Continuare a fumare in gravidanza si o no? Gli studi confermano che questo vizio fa male sia alla mamma che al bambino.
Che il fumo faccia male è cosa nota ormai da anni anche si parla ancora poco dei rischi del fumo in gravidanza. Spesso si sente dire ”meglio una sigaretta al giorno che una mamma stressata” ma sarà davvero una verità o una bufala bella e buona? Che sia difficile smettere di punto in bianco non vi è dubbio, ci vuole forza di volontà e tanta pazienza ma i rischi che si corrono potrebbero essere un buon incentivo. Grazie alle moltissime campagne antifumo molte donne sono già a conoscenza di quello a cui espongono la loro gravidanza: parto prematuro, gravidanza extrauterina, aborto spontaneo e disturbi nello sviluppo del feto sono solo alcuni dei rischi senza parlare di quelli a cui è esposta la madre quotidianamente.
Esiste anche una alta percentuale in più di morti in culla tra i feti esposti al fumo durante i nove mesi di gravidanza o i primi mesi di vita. Anche il latte materno di una fumatrice sarà irritante per il neonato e portatore di elementi rischiosi per il nostro bambino. Rischi reali che è difficile ignorare a cuor leggero ma che costituiscono anche un elemento di stress per la madre che si trova a dover gestire una vera e propria dipendenza spesso completamente da sola. Chiedere aiuto al nostro medico di fiducia o al proprio ginecologo costituisce sicuramente un primo importante passo; i medici potranno seguire e consigliare la neo mamma con consigli pratici ma si possono prendere in considerazione metodi anche non tradizionali come l’agopuntura, la fitoterapia e lo yoga.
I rischi per le neo mamme fumatrici sono tantissimi, così molte di loro scelgono di dare un taglio netto a questo vizio. Non così spesso però si da lo stesso peso al fumo passivo, molte volte difficile da gestire. Il fumo respirato passivamente, sia da una donna incinta sia da un neonato, porta alle stesse conseguenze rischiose del fumo attivo ed anzi, secondo alcuni studi, potrebbero addirittura essere peggiori.
I bambini non dovrebbero essere mai esposti al fumo di sigaretta ma molte volte chi ci circonda non sembra capirne l’importanza. Oltre alle campagne antifumo attuali servirebbe anche un programma di culturalizzazione della salute per i fumatori che spesso peccano di poca sensibilità nei confronti di chi sta loro attorno. Uno studio europeo mette però in luce quanto stia diminuendo il numero dei fumatori negli ultimi anni.
Pubblicata sulla rivista medica Plos One, questa ricerca evidenzia come quasi la metà dei fumatori abbia abbandonato il vizio del fumo negli ultimi trent’anni. Una tendenza che purtroppo è ancora disomogenea, vedendo la maggior parte dei non fumatori a nord europa mentre a sud si fatica ancora.