Oggi il concetto di padre è totalmente cambiato rispetto a 50 anni fa;
non è più pensabile un uomo che sia solamente il procacciatore di cibo e beni per la famiglia, che delega l’educazione e il rapporto quotidiano con i figli alla moglie perché non ha tempo, perché è roba da donne.
Le donne che diventano mamme oggi, nate negli anni 70, 80 lo sanno già per istinto,noi abbiamo già visto la trasformazione in atto, i nostri padri avevano già capito l’importanza del gioco con noi, erano più presenti, ci portavano al parco, a scuola e ci aiutavano a fare i compiti; ai nostri compagni chiediamo ancora un passo in avanti.
Il papà del 21 ° secolo è accanto a noi nei giorni difficili dopo il parto:
- Impara con noi a fare il bagnetto, cambiare pannolini, anche se per lui non è così istintivo.
- Si alterna con noi durante le alzate notturne, sa cullare e cantare ninna nanne.
- Si presenta come un valido supporto durante i giorni bui della depressione post partum.
- Se non impegnato al lavoro ci accompagna dal pediatra.
- Si interessa, anzi spesso diventa un esperto controllore di qualità in caso di pappe, vestitini, latte, giocattoli;
- Porta i bambini al parco e gioca con loro.
- I bambini non hanno timore reverenziale, lo adorano perché è un compagno di giochi.
- Rimane comunque un punto di riferimento solido per la costruzione dell’ identità del piccolo
- nel caso ci siano problemi di salute probabilmente all’inizio tende a minimizzare, nasconde l’ansia dietro ” ma no ti stai sbagliando” poi però è coinvolto da visite e trattamenti; non tutti , alcuni spariscono ma chi resta si dedica anima e corpo al cucciolo malato.
Sembra irreale a chi è venuto prima di noi ma le mamme di oggi non accettano nulla di meno di questo, e perché lo dovremmo fare?