“Hikikomori” è un termine nipponico con cui si definisce un fenomeno sociale nato in Giappone alcuni anni fa e che, pian piano, si sta diffondendo tra i giovanissimi. Fenomeno hikikomori: cos’è nello specifico e di cosa si tratta? Scopriamolo insieme.
Fenomeno hikikomori: cos’è
Questo termine giapponese significa letteralmente “stare in disparte” e viene utilizzato in gergo per riferirsi a chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, rinchiudendosi nella propria abitazione. Il termine “hikikomori” nasce principalmente per indicare un fenomeno caratterizzato principalmente da ritiro sociale e una volontaria reclusione dal mondo esterno.
Sostanzialmente, si tratta di un fenomeno psichiatrico che si manifesta attraverso ritiro sociale, auto-esclusione dal mondo esterno, isolamento e rifiuto totale non solo per ogni tipo di relazione, ma anche per la luce del sole. D’altronde, il ritiro sociale è sempre stato sintomo di numerose patologie psichiatriche, come depressione, fobia sociale, schizofrenia.
Solitamente, gli hikikomori sono individui che, provati dallo stress e dalla difficoltà di intrattenere relazioni sociali, decidono di isolarsi nella propria casa o camera. In genere, sono individui preadolescenti e adolescenti che decidono quindi di immergersi in una vita virtuale. La rete, infatti, diventa il loro rifugio da tutte quelle persone ed eventi che sono causa di sofferenza, ansia e depressione.
Tra le principali cause di questo disagio vi sono da annoverare: forte disagio all’interno del contesto familiare e sociale, interdipendenza tra genitori e figli e forti pressioni psicologiche.
Hikikomori: un fenomeno in crescita
Anche in Italia l’attenzione nei confronti del fenomeno sta aumentando. L’hikikomori, infatti, sembra non essere una sindrome culturale esclusivamente giapponese, come si riteneva all’inizio, ma un disagio adattivo sociale che riguarda tutti i paesi economicamente sviluppati del mondo. Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un crescente aumento delle testimonianze di genitori che denunciano le preoccupanti condizioni di vita dei figli. In Italia non ci sono ancora dati ufficiali, ma si ritiene verosimile una stima di almeno 100.000 casi.
La cura dell’hikikomori è ancora lontana dall’essere definita e varie strategie terapeutiche sono state provate. Spesso questi trattamenti includono un lavoro sul contesto, sulla famiglia e sulle relazioni in generale oltre a un percorso di psicoterapia individuale. Non solo terapia individuale, ma anche familiare, in modo da comprendere non solo il paziente, ma anche i suoi genitori. In ogni caso, se si sospetta un caso di hikikomori è fondamentale fare riferimento al proprio medico di fiducia e nel caso a uno specialista.