Nel corso di una gravidanza è fondamentale monitorare costantemente il cuore del nascituro. Un importante accertamento in tal senso è l’ecocardiografia fetale, che permette di riconoscere in utero le cardiopatie congenite, tra le anomalie più frequenti alla nascita, che rappresentano la causa del 25% delle morti perinatali e del 50% della mortalità infantile dovuta a malformazioni congenite. N
elle donne incinta che presentano fattori di rischio l’incidenza aumenta notevolmente. È pertanto di estrema rilevanza lo studio accurato del cuore fetale, che è l’organo che risulta più difficile da studiare. In particolare, l’ecocardiografia fetale un esame che ha come finalità il controllo sequenziale dell’anatomia cardiaca da fare soprattutto se nell’ecografia morfologica sorgono dei sospetti sull’anatomia e sulla funzionalità cardiaca.
Visita cardiologica in gravidanza
Nel corso di una gravidanza è opportuno sottoporsi ad una vista cardiologica, soprattutto se la futura mamma ha più di 35 anni, se la paziente non ha effettuato un elettrocardiogramma negli ultimi tre anni ed a fronte di un trascorso da fumatrice. Il test è veloce, non invasivo, si può fare in qualunque ospedale ed è convenzionato con ticket. In particolare, l’elettrocardiogramma in gravidanza è in grado di far luce su eventuali anomalie e patologie a carico del cuore e dell’apparato cardiaco, anche in vista di un parto cesareo nel caso in cui si renda necessario praticare un’anestesia.
Ecocardiografia fetale
L’ecocardiografia fetale consente di studiare l’anatomia e la funzionalità cardiaca del bambino quando si trova ancora nel grembo materno. Viene eseguita nel secondo trimestre di gravidanza per verificare eventuali malformazioni e patologie congenite a carico del cuore e dei grandi vasi. L’ecocardiografia fetale si può eseguire dalla sedicesima settimana, ma i risultati migliori, in termini di qualità, si ottengono dopo le venti/ventidue settimane di gestazione.
L’esame non è pericoloso o doloroso: l’ecocardiografia fetale permette la valutazione del cuore del bambino nella pancia materna, utilizzando onde sonore con una tecnica analoga a quella di una normale ecografia, ma necessita di un tempo più lungo per studiare tutte le componenti cardiovascolari in modo approfondito (30-35 minuti). L’ecocardiografia fetale è indicata nei casi in cui vi sono malattie ereditarie per cardiopatie, patologie materne come diabete, malattie autoimmuni, ma anche in presenza di anomalie cromosomiche del feto o altre malformazioni.
Come viene eseguita
L’ecocardiografia fetale viene eseguita da operatori specializzati, con ecografi ad alte prestazioni, dotate di sonde ad alta frequenza ed in grado di consentire lo studio anche con il doppler pulsato e colore. Più precisamente l’esame ecografico consente di esplorare gli organi interni del corpo, avvalendosi di ultrasuoni, prodotti dalla vibrazione di cristalli piezoelettrici contenuti nelle sonde. La parete dell’utero, il liquido amniotico ed i tessuti fetali riflettono parte di queste onde generando una serie di echi riflessi.
Questi ultimi sono registrati dalla sonda ecografica e vengono decodificati dall’unità centrale dello strumento, che trasforma le informazioni acquisite in immagini visibili su monitor. Mediante il doppler pulsato si osserva la circolazione all’interno del cuore e nei grossi vasi, oltre al flusso artero – venoso nel cordone ombelicale. L’ecocardiografia fetale prevede l’osservazione dell’anatomia fetale in bidimensionale però l’impiego della tecnica 4D può essere di notevole aiuto nell’interpretazione delle immagini. Al valore finale dell’accuratezza diagnostica contribuiscono, comunque, in maniera determinante, alcune variabili quali un accentuato pannicolo adiposo materno (obesità) e la posizione fetale non idonea, che possono rendere difficoltoso ed a volte impossibile l’esame.