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Durante il parto, il canale vaginale deve dilatarsi affinché la testa del nascituro possa attraversarlo senza problemi e senza impiegare troppo tempo, nel qual caso si possono verificare rischi per la salute del nascituro.
Episiotomia: cos’è
Quando perciò il travaglio si protrae a lungo e il bambino deve nascere, spesso in sala parto di decide di eseguire l’episiotomia: che cos’è? È un’incisione del perineo (il tratto tra la vulva e l’ano) che viene eseguita per far sì che il canale vaginale si allarghi velocemente e faccia passare più agevolmente la testa e le spalle del bambino.
Quando si pratica l’episiotomia
I casi in cui è necessario praticare l’episiotomia sono quelli in cui la salute della mamma o del bambino possono essere a rischio se il parto non si conclude velocemente:
– rischio di ipossia cerebrale, ossia di mancanza di ossigeno se il bambino non nasce velocemente;
– rischio di lacerazioni vaginali e perineali;
– rischio di distocia della spalla nel bambino (quando, uscita la testa del bambino, le spalle rischiano di rimanere bloccate);
Episiotomia: i dati in Italia
In Italia fino a pochi anni fa l’episiotomia era praticata in oltre il 50% per parti. Veniva eseguita per velocizzare il parto e diminuire i rischi di complicazioni. Oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’episiotomia una pratica dannosa per le mamme, essendo a tutti gli effetti un intervento chirurgico che necessita di tempi più lunghi di guarigione rispetto a una eventuale, non necessaria, lacerazione avvenuta spontaneamente in fase espulsiva.
Ma il tasso di episiotomie eseguite è ancora molto alto.
Episiotomia: le conseguenze
Essendo l’episiotomia una incisione chirurgica, viene esguita con anestesia locale, utile anche per i necessari punti di sutura, se non si è sotto epidurale nel qual caso l’anestesia non serve. Spesso la ricucitura è la parte più fastidiosa e dolorosa.
Dopo il parto, per rimettersi completamente e tornare a una vita anche sessuale normale, spesso a causa dei punti che devono cicatrizzare si impiega anche più di un mese.
Per evitare però conseguenze nel lungo periodo, è bene dopo un parto naturale, soprattutto se in presenza di episiotomia, pensare alla riabilitazione del pavimento pelvico per evitare in futuro, soprattutto in periodo di menopausa, problemi di prolasso e conseguente possibile incontinenza urinaria.