Emicrania addominale nei bambini: cos’è e come curarla

Quando un bambino lamenta mal di pancia il pensiero dei genitori va verso qualcosa che non amano fare e che vogliono celare con un dolore inesistente: non bisogna sottovalutare la situazione perchè potrebbe essere emicrania addominale.

Quando si parla di emicrania si fa riferimento ad uno dei disturbi più fastidiosi. Esso però non è solamente collegato con la testa, ma anche con l’apparato gastroenterico. Può succedere che i bambini si lamentino di mal di pancia frequenti nell’arco delle settimane: in questo caso potrebbe trattarsi di emicrania addominale.

Emicrania addominale: di cosa si tratta?

Quando un bambino lamenta mal di pancia ricorrente il pensiero dei genitori va subito verso qualcosa che non amano fare e che vogliono celare dietro ad un dolore inesistente. Non bisogna sottovalutare invece questo tipo di sofferenza in quanto si potrebbe essere dinanzi ad una condizione di emicrania addominale. Con questo termine si intende un disturbo che si caratterizza per via di sintomi come vomito e nausea in primis, ma anche fastidio e senso di gonfiore.

Bisogna conoscerla attentamente per sapere come curarla e soprattutto che tipo di terapia utilizzare per il proprio bambino. Lo si può definire come un forte mal di pancia, ma leggermente diverso rispetto al solito: infatti il piccolo potrebbe avere un colore di viso pallido e non tollerare particolarmente sia i rumori che la luce. Uno studio inglese che è stato recentemente pubblicato sul British Medical Journal ha voluto porre l’accento proprio su questa condizione che negli ultimi tempi è stata molto sottovalutata eppure i casi sono in costante aumento. Questo soprattutto per un elemento familiare: se in famiglia ci sono casi precedenti di persone affette dallo stesso disturbo allora è probabile che possano soffrirne anche i piccoli.

Sintomi per riconoscerla

Si può dire che l’emicrania addominale è molto più frequente nelle femminucce rispetto ai maschietti. Con l’adolescenza questo disturbo si riduce notevolmente fino a sparire quasi completamente in età adulta. Bisogna specificare che questa non ha particolari ripercussioni sulla salute del bambino che potrà continuare a svolgere tutte le sue funzioni normalmente. Non vi sono infatti né difetti di sviluppo né problemi di alcun tipo a livello cerebrale spiega lo studio inglese. Nel giro di qualche anno gli episodi tendono a ridursi sempre di più, anche se è fondamentale riconoscerla e porre rimedio nel modo migliore possibile.

I sintomi più ricorrenti nei bambini affetti da emicrania addominale sono nausea, forte mal di testa, fotofobia, vomito e anche mancanza di appetito per ore o addirittura per giorni interi. Gli episodi possono arrivare a durare anche un’ora e possono determinare un’impossibilità nello svolgere le normali attività come giocare o studiare. Non mancano di certo i casi di genitori che, spaventati dalla condizione del bambino, arrivano in pronto soccorso in panico. Eppure non si tratta di nulla di preoccupante e senza un rimedio concreto.

Come curare l’emicrania addominale

Le cause che espongono i bambini ad una condizione così fastidiosa e difficile da sopportare non sono ancora del tutto chiare. Sicuramente sembra ci sia un interessamento dell’area cerebrale direttamente collegata con l’intestino. Probabilmente ha anche un’incidenza l’elemento genetico che fa la differenza e che non va mai sottovalutato per questo tipo di disturbi.

Una volta escluso che il dolore alla pancia dipenda da altri fattori, l’emicrania addominale si affronta soprattutto cercando di prevenire gli attacchi. Garantire una vita regolare ai bambini è il primo trattamento da fare dato che alla base potrebbero esserci anche degli scombussolamenti improvvisi negli orari dei pasti o in quelli del riposo, per esempio.

Proprio quest’ultimo è un altro rimedio utile in quanto far dormire il bambino gli permette di “staccare la spina” del cervello e rilassarsi completamente. In casi più estremi e in cui il dolore potrebbe diventare difficile da gestire è il caso di ricorrere ad un antinfiammatorio per uso pediatrico. In quest’ultima situazione è sempre consigliabile chiedere prima una consulenza al proprio pediatra di fiducia.

Condividi