La crioconservazione degli embrioni nella procreazione medicalmente assistita. Quanto a lungo vengono conservati? E cosa dice la legge italiana?
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Quando ci si sottopone a PMA (procreazione medicalmente assistita) è prevista la possibilità di congelare gli embrioni nei primissimi stadi di divisione cellulare, così da poter procedere a impianto successivamente; la domanda che si pongono tutti i futuri genitori è: quanto durano gli embrioni congelati?
Quanto tempo gli embrioni possono rimanere congelati in azoto liquido per non compromettere le possibilità di una gravidanza, una volta trasferiti nell’utero?
La maggior parte dei centri di procreazione assistita pone il limite dei 50 anni della futura mamma poiché dopo quell’età è poco probabile l’attecchimento di un embrione.
Alcuni studi hanno poi evidenziato come più tempo trascorra tra la vitrificazione e l’impianto, minore sia la garanzia di successo.
La crioconservazione degli embrioni consiste nella conservazione a -196° di temperatura degli embrioni soprannumerari prodotti: quando il processo di fertilizzazione in provetta ha prodotto un numero superiore di embrioni rispetto a quelli che si vogliono impiantare, si ricorre al congelamento degli embrioni in eccesso, per poterli utilizzare nel caso non vada a buon fine l’impianto o se in futuro la coppia desidera procreare di nuovo, anche a distanza di anni.
La crioconservazione avviene con due metodiche: slow freezing o vitrificazione, quest’ultima la procedura più usata oggi, che permette di raggiungere la temperatura desiderata di -196° in pochi secondi.
La crio-stabilità è la condizione in cui gli embrioni congelati si trovano. Questa condizione può durare molto tempo. Alcuni studi ritengono che la crioconservazione degli embrioni potrebbe durare anche centinaia di anni.
Quando una coppia riesce ad avere un figlio con la procreazione medicalmente assistita, ma ha degli embrioni ancora crioconservati, si pone il problema del destino di questi embrioni.
Se la coppia non desidera più avere figli, i loro embrioni che erano stati prodotti in sovrannumero (per la legge italiana) devono continuare ad essere crioconservati in azoto liquido a – 196°.
In Italia non è infatti prevista né la distruzione degli embrioni, né la donazione a coppie che non possono avere figli.