Oltre a quella standard, esistono tante altre tipologie di ecografie da poter fare in gravidanza, ognuna che misura parametri diversi. Quali sono?
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Il fatidico momento del test di gravidanza ha avuto esito positivo e la maternità è quasi confermata, manca solo l’ecografia. La prima ecografia è quella in cui il ginecologo verifica che la gravidanza sia effettivamente in corso. Normalmente vengono effettuati tre esami ecografici, uno per ogni trimestre. Le ecografie possono anche essere ripetute qualora il ginecologo abbia sospetti, inoltre esistono anche svariati esami prenatali del sangue che permettono di verificare la presenza di fattori di rischio su alcune patologie. Esistono vari tipi di ecografie, quelle più tradizionali, che sono necessarie per ogni gravidanza e di norma ne vengono fatte tre durante i nove mesi. Ci sono anche ecografie più approfondite, da fare qualora il ginecologo lo ritenga necessario. Vediamo quindi le varie tipologie di ecografie che si possono fare.
La prima ecografia di cui si parla è quella transvaginale, ed è anche la prima ecografia in ordine temporale, perchè l’utero non è ancora sufficientemente espanso per poter vedere qualcosa attraverso l’addome. Essa viene effettuata con una sonda che entra per via vaginale e permette di vedere l’interno dell’utero, le ovaie e, chiaramente, anche la presenza del feto. È l’ecografia che conferma la gravidanza e serve anche a stabilire quanti embrioni si trovano all’interno dell’utero. È possibile già verificare gli organi interni del feto, come il cervello, gli arti, la vescica e lo stomaco e l’attività cardiaca.
Un’altro tipo di ecografia viene chiamata ecoDoppler e serve per misurare il flusso sanguigno. Questa ecografia è in grado di valutare il corretto funzionamento della placenta in qualità di organo portatore di ossigeno al feto. Il flusso sanguigno misurato attraverso l’effetto Doppler è in grado di dare informazioni importanti sulla salute del feto. Non è un esame invasivo e viene spesso utilizzato quando si avverte un ritardo nella crescita del bambino.
L’ecografia standard avviene attraverso l’utilizzo di una sonda sull’addome della donna. È necessaria anche l’applicazione di un gel perché la sonda possa muoversi liberamente sulla pelle, altrimenti si creerebbe un attrito. Attraverso quest’ecografia il ginecologo valuta la condizioni e le misure del feto, il movimento, le condizioni della placenta e quelle del cordone ombelicale. Questo servono al ginecologo per valutare lo stato di buona salute fetale, qualora vi siano parametri fuori dalla norma egli provvederà a richiedere un’analisi più approfondita attraverso un altro strumento. Questo tipo di ecografia viene normalmente chiamata morfologica e viene effettuata nel secondo trimestre della gravidanza. Se fatta dopo la sedicesima settimana, è possibile anche individuare il sesso del nascituro.
L’ecografia fetale serve proprio per analizzare in modo più approfondito gli organi interni del feto ed il flusso del sangue. Quest’ecografia viene fatta con macchinari ad ultrasuoni più sensibili, che riescono a misurare in modo più preciso gli organi, il cervello e la colonna vertebrale. Attraverso quest’ecografia è possibile scongiurare problemi cardiaci e dovuti alla mancata chiusura del tubo neurale.
L’ecografia 3D (esistono anche la 4D e 5D) è un’ecografia che viene richiesta durante l’ultimo trimestre della gravidanza, intorno alla trentaduesima settimana. Questa ecografia permette di vedere in modo realistico il feto all’interno dell’utero. Più che elemento diagnostico, è un modo per vedere i tratti somatici del bambino prima della nascita. Le ecografie di nuova generazione (ad esempio la 5D) possono dare risultati sorprendenti, in quanto riescono a fornire un risultato strettamente connesso al reale. I genitori potranno tenere i risultati di quest’ecografia come ricordo di quando il bambino era ancora dentro alla pancia.