Argomenti trattati
Negli ultimi anni, la sensibilizzazione verso la donazione del cordone ombelicale ha fatto passi da gigante. L’opportunità di accedere a una risorsa così preziosa, per futuri problemi personali o per aiutare qualcuno in condizioni delicate, interessa un numero sempre maggiore di future mamme.
Cordone ombelicale: come donare?
È bene sapere che questa pratica è disponibile in Italia dai primi anni Novanta, nel 1993 infatti è stato inaugurato il primo punto di raccolta per il sangue derivante dal cordone ombelicale.
Solitamente, le gestanti vengono accuratamente informate in merito all’opportunità di donare il cordone ombelicale, specialmente durante i corsi preparto. Ricevere tutte le spiegazioni utili è indispensabile per prendere una decisione consapevole, nel rispetto della salute del proprio piccolo e di sé stesse.
La donazione del cordone ombelicale, nella pratica, consiste in un prelievo di sangue cordonale, effettuato tra il primo e i tre minuti a partire dal momento del parto: prima avviene e più possibilità ci saranno di acquisire un maggiore numero di cellule staminali utili.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che tale procedura non sia mesa in atto prima di sessanta secondi dalla nascita, per permettere al neonato di beneficiare del sangue ancora presente nel cordone. Questa possibilità rappresenta un grandissimo vantaggio in termini di neurosviluppo, di diminuzione delle possibilità di incorrere in anemia e di una migliore transizione per l’apparato cardiaco e respiratorio.
La procedura burocratica di conservazione può percorrere due strade differenti, la prima consente di conservare il proprio cordone privatamente, contattando preventivamente banche estere che – a fronte di un pagamento – si occupano di fornire alla futura mamma il kit di prelievo e tutte le informazioni relative al ritiro e alla conservazione di quanto raccolto. La seconda alternativa prevede che l’ospedale nel quale si partorisce sia in grado di gestire tale pratica, in questo caso il cordone viene donato a banche nazionali per utilizzo pubblico e rappresenta a tutti gli effetti un grandissimo atto di solidarietà .
Perché prelevare sangue cordonale?
A cosa serve il sangue derivante dal cordone ombelicale? Il sangue cordonale è una risorsa importantissima per tutti i pazienti in attesa di un trapianto che non trovano un donatore compatibile. L’importanza di questo tema è subito evidente se si considera che essi sono circa il 40% del totale. Sempre in termini di solidarietà , è bene sapere che rispetto al trapianto di midollo osseo, l’utilizzo di cellule staminali cordonali presenta un rischio di rigetto inferiore, pertanto rappresenta una terapia più efficace statisticamente.
Le cellule staminali contenute nel cordone possono dare vita a terapie in grado di salvare la vita a molte persone, specialmente quando si parla di patologie del sangue. Queste cellule sono in grado di curare malattie gravissime come la leucemia, la talassemia, alcuni tipi di linfoma e le immunodeficienze. Il sangue cordonale può inoltre salvare la vita ai bambini nati gravemente prematuri.
Pro
Ora che abbiamo chiarito in cosa consiste questa pratica e quali vantaggi possa avere la conservazione e l’accesso futuro a preziose cellule staminali, vediamo insieme i pro e contro della donazione del cordone ombelicale per mamma e bambino.
Il primo vantaggio è sociale e personale, sia nel caso in cui la mamma decida di affidarsi a banche private, sia che si rivolga al Sistema Sanitario Nazionale. Conservare il sangue cordonale, come abbiamo visto, permette di accedere a delicate cure per alcune malattie davvero difficili da sconfiggere.
Il secondo vantaggio è che questo gesto non comporta alcun rischio per la gestante e il suo bambino e nessuno dolore. Il cordone necessita comunque di essere reciso se si garantisce l’afflusso di sangue prezioso per il primo minuto di vita. Il neonato ha già avuto modo di assorbire tutto ciò che gli serve per il proprio sviluppo fuori dal ventre materno.
Il terzo vantaggio è che, indipendentemente dal prelievo, mamma e bambino potranno proseguire il loro cammino normalmente; con l’importantissimo pelle-a-pelle la loro relazione non verrà intaccata in alcun modo.
Contro
Dopo aver analizzato tutti gli aspetti positivi della donazione del cordone ombelicale, vediamo insieme tre motivi per escludere questa pratica.
La prima è che per accedere a questa pratica è necessario fare esami specifici che escludano patologie come epatite, AIDS e sifilide. Questo aspetto risponde a normative rigorose. Se pensiamo a quanti esami debba affrontare una gestante, l’idea di farne di ulteriori può apparire – specialmente sul finire della gravidanza – faticoso e spiacevole.
Il secondo contro rispetto a questa scelta è l’incompatibilità con la pratica il Lotus Birth. Secondo questa usanza è importante per il bambino rimanere attaccato alla placenta fino a che questa non si stacchi da sola. È una procedura attuabile solo se il parto avviene in casa, alla presenza di ostetriche preparate. La placenta in questo caso è integra e, si pensa, dia dei benefici per lo sviluppo futuro del bambino.
Cordone ombelicale con i gemelli
La donazione del cordone ombelicale non può essere effettuata dalle gestanti in attesa di gemelli. In questo caso il contro è la delicatezza del prelievo e la difficoltà di assicurare da quale dei bimbi arrivino i campioni di sangue.
Gli svantaggi di questa preziosa pratica nulla hanno a che fare con la preservazione della salute della gestante o del nascituro. Si tratta piuttosto di circostanze in cui il prelievo è troppo rischioso o non compatibile con altre scelte, come nel caso del Lotus Birth. I vantaggi invece sono innumerevoli e importanti.
La donazione del cordone ombelicale rappresenta una pratica in grado di dare la vita proprio attraverso una vita che viene al mondo; un atto di responsabilità e generosità sociale davvero importante.