Una piccola guida alla dislessia bambini che ci aiuta a fare una diagnosi precoce per affrontarla al meglio.
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Una condizione che oggi è conosciuta bene e molto comune, stiamo parlando della dislessia, scopriamo insieme cos’è e come si manifesta nei bambini. Tom Cruise, Orlando Bloom, Keanu Reeves, Magic Johnson, Leonardo da Vinci, Pablo Picasso, Andy Warhol, John Lennon, Walt Disney e Albert Einstein, sono solo alcuni dei personaggi famosi affetti da dislessia. A dimostrazione del fatto che questa patologia non impedisce in alcun modo sulla vita di una persona. Anzi, statistiche alla mano, i dislessici sono più coordinati, empatici e con uno spirito artistico superiore alla norma.
La dislessia è un disturbo molto più frequente di quanto si possa pensare, si calcola che in ogni classe ci sia un bambino dislessico. La diagnosi viene eseguita solo alla fine della seconda elementare, quando il bambino ha già una certa padronanza con la scrittura e la lettura. Tuttavia alcuni indizi sono ben riconoscibili a partire dai 4/5 anni. La dislessia è un disturbo della lettura che porta il bambino ad avere difficoltà nella lettura, in poche parole in bambino non riesce a leggere in maniera fluente.
E’ tra i disturbi specifici dell’apprendimento quello più studiato e antico, pensate che si sono ritrovati dei trattati datati 1800. I primi segnali sono una spiccata difficoltà nel leggere e nello scrivere. A 5 anni i bambini con dislessia hanno difficoltà comunicative linguistiche come ad esempio difficoltà ad imparare filastrocche o nella costruzione della frase, difficoltà motorie-prassiche ovvero scarsa manualità o capacità nel disegnare e difficoltà uditive e visuo-spaziali, cioè difficoltà nel ripetere i suoni o le parole simili tra loro o nel ritagliare e costruire.
In prima elementare i bambini con dislessia hanno principalmente difficoltà nella lettura, nella scrittura e nell’uso dei numeri. Per quel che riguarda la lettura, i bambini non riescono a decifrare bene le lettere e non conoscono bene il significato delle parole. Nella scrittura sbagliano sostituendo le lettere e non sono autonomi nella scrittura delle parole. Infine, quando contano fanno errori di conteggio e di calcolo semplici. A volte, ma non sempre, la dislessia è associata a disturbi specifici dell’attenzione.
Come abbiamo già visto è tra i disturbi di apprendimento più studiati, ma ancora oggi molti aspetti sono ancora da chiarire. Nonostante quanto si credeva fino poco tempo fa, di sicuro la dislessia ha una componente ereditaria e quindi è un disturbo già presente all’interno della famiglia. Ad esempio è stato visto come un bambino dislessico può avere una mamma o un papà che hanno difficoltà con la scrittura a mano, oppure come un genitore o un nonno particolarmente colto, odiasse in realtà leggere. Questo tipo di stranezze individuate all’interno delle famiglie con bambini dislessici hanno portato alla scoperta di alcune mutazioni genetiche, che potrebbero essere la causa di questo disturbo. Tuttavia sembra che il gene non sia solo uno, ma anzi che siano più di uno.
Quello che è sicuro è che i bambini dislessici hanno il cervello che funziona in maniera diversa. Attraverso la risonanza magnetica si è visto infatti come ci sia un volume ed un lavoro minore di alcune aree cerebrali, come la corteccia parietali e temporale sinistra. Queste due aree sono quelle che elaborano ed attivano i suoni. Ci si è anche chiesto se la dislessia sia presente fin dalla nascita o è una condizione che si verifica con la crescita. Su questo gli esperti sono però concordi. La dislessia esiste fin dalla nascita, ma gli studi non sono così certi da poter effettuare una diagnosi precoce su questo disturbo. Oggi sono tutti concordi nel ritenere che la causa principale della dislessia, sia una anomalia dei circuiti neuronali che si occupano della lettura. I dislessici in sostanza non riescono a rappresentare mentalmente le parole e i suoni.
La dislessia nei bambini, sebbene possano esserci degli allarmi già a partire dai 4 anni, viene generalmente diagnosticata tra le prima e la seconda elementare. Tra gli errori più classici troviamo quelli di inversione ovvero lo scambio all’interno della parola delle lettere simili, come ad esempio la b e la q. Questo tipo di errori si manifestano anche nella lettura, invertendo le parole all’interno della frase.
I bambini con dislessia fanno anche errori di omissione, ovvero, mentre leggono omettono di dire una o più parole o parti di una frase. Infine ci sono gli errori di sostituzione. Sostituzione tra lettere simili per grafia, come la E con la F, speculari come la b con la d o con suoni simili d con la t. E’ molto importante per i bambini eseguire una diagnosi precoce della dislessia, il consiglio dei medici è infatti quello di effettuare subito un controllo, non appena ci sono dei dubbi. Oltre ad un percorso con medici specialisti che aiutano il bambino nella risoluzione dei suoi problemi di lettura, i ricercatori sono concordi sul ritenere come importante strumento contro la dislessia proprio la lettura. Questo perché il bambino riconosce e capisce molto bene il suo problema e la lettura potrebbe diventare per lui un momento molto difficile. Ecco allora che il bambino va stimolato ed abituato fin da piccolo alla lettura, utilizzando testi semplici e con tanto spazio tra una parola e l’altra. Infatti tra le difficoltà maggiori per un bambino dislessico troviamo proprio la lettura di testi con tante parole vicine tra loro.
Infine, una piccola curiosità. Nonostante da anni ci sia una lotta continua sull’utilizzo dei videogiochi e sul fatto che siano educativi o meno, in caso di epilessia questo passatempo aiuterebbe il bambino. Il videogioco secondo un recente studio migliora la capacità di attenzione ed indirettamente anche la velocità nella lettura.