La figura del padre è stata a lungo bistrattata dalla giurisprudenza italiana; a lui si impongono molti doveri tra cui sostenere e e mantenere i figli fino a quando non siano autonomi anche nella maggiore età, pagare alimenti e mantenimento in caso di separazione pur perdendo la casa coniugale e vedendosi limitati gli incontri.
L’Italia ora si trova in condizione di correre per poter raggiungere altri stati europei, primi fra i quali quelli del Norden, all’avanguardia in tema di diritti.
Da pochi anni, dopo una dura lotta., i padri hanno diritto a permessi in occasione della nascita di un figlio; i padri si possono assentare dal lavoro per prendersi cura del piccolo, affiancando alla pari la compagna nel primo , impegnativo, anno di vita.
In caso di separazione, grazie all’affidamento congiunto, entrambi i genitori possono avere la custodia dei figli, stabilendo in autonomia i modi e i tempi; solo in caso di disaccordo interviene un giudice incaricato di tutelare gli interessi del bambino.
Purtroppo mentre si prova ad inglobare questo nuovo strumento nella nostra società,la crisi ha creato una nuova classe sociale ai margini: i padri separati che per pagare alimenti e mantenimento alla madre, custode dei figli, si sono ridotti in povertà e sono ospiti di strutture di accoglienza e supporto.