Quando una mamma non riesce ad allattare il proprio bambino subentra subito un senso di inadeguatezza e anche di paura nei confronti della saluta del proprio piccolo. Diversi studi, infatti, confermano che l’alimentazione a base di latte materno apporta innumerevoli benefici che inevitabilmente mancano in caso di latte artificiale. Nonostante questo dato, è comunque eccessivo allarmarsi troppo. Trascorso l’anno però, molte mamme decidono di affidarsi al latte vaccino senza paura che possano mancare le sostanze nutritive, altre invece ritengono necessario proseguire con il latte crescita per paura che il piccolo possa avere ancora bisogno di sostanze nutritive che gli sono mancate in precedenza.
Gli esperti ritengono praticamente obbligatorio il Latte 1 artificiale fino ai sei mesi, regolamentati da una normativa internazionale che ne tutela la composizione. Ad ogni modo è bene sapere che tutti i latti artificiali hanno una formula equivalente e si può quindi decidere liberamente in base al prezzo. Quando il piccolo compie dodici mesi, a svezzamento iniziato, si consiglia di sostituire il latte artificiale con quello vaccino, senza avere paura che ciò possa nuocere al piccolo che non è stato allattato dalla propria madre. Si può infatti tranquillamente affermare che questa credenza sia errata.
Ma quali sono le differenze fra questi tipi di latte? Anzitutto bisogna dire che il latte crescita ha un minore apporto di proteine, d’altra parte però è molto ricco di zuccheri aggiunti (saccarosio, glucosio, fruttosio o maltosio), aromi artificiali e carboidrati complessi. Il latte vaccino intero, al contrario, sopratutto se fresco mantiene intatte le vitamine, è invece molto povero di ferro, motivo per cui è sempre bene bilanciare l’alimentazione del piccolo con altri alimenti.