In questi mesi è stata sperimentata la didattica a distanza per ogni scuola di grado e ordine: i risultati sono stati buoni ma i genitori ne sono usciti disperati.
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In questo delicato periodo in cui tutto si è fermato, le lezioni scolastiche invece sono continuate. Dopo un iniziale brancolare nel buio di genitori e insegnanti, si è dato il via libera alla didattica a distanza. I genitori hanno toccato con mano tutto quello che succede quotidianamente a scuola: la difficoltà a trasmettere i contenuti, a rendere le lezioni accattivanti, ma anche a reagire quando i ragazzini si distraggono e bisogna riportarli all’ordine. La didattica a distanza ha cercato di sopperire alla mancanza delle lezioni frontali, ma ha reso i genitori particolarmente disperati: scopriamo perché.
La fine della scuola è ormai vicina e negli ultimi tre mesi insegnanti, genitori e bambini hanno sperimentato la didattica a distanza. Videolezioni, lezioni registrate, tutorial da copiare e incollare, foto inviate via whatsapp, power point interattivi su qualsiasi argomento possibile e immaginabile. Gli insegnanti hanno fatto di tutto affinché riuscissero a coinvolgere, anche se a distanza, i bambini. I genitori hanno svolto un ruolo fondamentale in questo contesto, perché hanno fatto da tramite e anzi hanno anche aiutato e sostituito gli insegnanti al bisogno. Sono stati mesi difficili e i genitori ne sono usciti completamente disperati. Perché?
La linea internet che salta durante la videolezione è stato un classico degli ultimi mesi, la voce che va a scatti, il microfono che non funziona. Poi ancora la maestra che cerca di mantenere viva l’attenzione ma davanti a sé trova solo bambini svogliati.
In questi mesi in cui le lezioni frontali non si sono svolte la disperazione dei genitori è aumentata perché fondamentalmente l’attività scolastica durante la giornata aveva un inizio ma non aveva una fine, era sempre un continuo di videolezioni, compiti da svolgere e inviare, comunicazioni su comunicazioni.
Le lezioni la mattina presto, il pomeriggio i compiti, magari viceversa se si hanno più bambini, segui la classroom di uno ma ti confondi e rispondi a quella dell’altro. Email, gruppi whatsapp, comunicazioni online e chi più ne ha più ne metta, per i genitori è stata dura uscirne vivi.
Tra registro elettronico, diario personale e piattaforma online, tutto quello che resta ai genitori è una gran confusione, perché i compiti vengono assegnati su uno ma le valutazioni sull’altro. E ancora, inizialmente i compiti non dovevano essere inviati, poi è stato un pullulare di email, pdf e foto con tanto di scadenze a ricordarlo.
Per mantenere attivi e interessati i bambini gli insegnati ne hanno inventate di ogni: dalle ricerche di religione, al power point interattivo, alla costruzione di scatole decorate, ai lavori multidisciplinari.
Si sa, gestire i figli non è semplice. Non lo è stato soprattutto in questi mesi in cui sono stati h24 in casa e quindi via libera alla svogliatezza e ai dispetti.