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Al giorno d’oggi chi è che non possiede uno smartphone? Restare sempre connessi alla propria rete e interagire sui social è uno dei bisogni primari dei giovani d’oggi. Ma come per ogni cosa, anche in questo caso il lato oscuro esiste e si chiama cyberbullismo. Scopriamo insieme come risolvere il problema che affligge gli adolescenti oggi e quali sono i rischi dell’essere sempre connessi e attivi.
Adolescenti: i rischi del restare sempre connessi
I giovani di oggi passano sempre più ore al cellulare, ma questa non è una notizia che crea più scalpore in nessuno di noi. Ormai siamo abituati a vedere adolescenti che vivono con in mano il loro smartphone, come se fosse quasi un luogo sicuro che non vogliono abbandonare. Parlano al telefono, navigano in internet e chattano sui social con la loro rete di amicizie in qualsiasi momento del giorno e della notte. Gli adolescenti odierni sono nati e cresciuti in una realtà avanzata, iperconnessa e sempre attiva e quindi le conseguenze non potevano che essere queste. La diffusione e l’utilizzo dello smartphone e della connessione alla rete inizia già da giovanissimi. Francesco Moret afferma:
Tra i bambini di quinta elementare risulta che già il 51% di loro ha il cellulare. In molti casi viene regalato in occasione della Prima Comunione, quindi quando sono in terza elementare. Va considerato anche che un altro 28% utilizza il telefono dei genitori. Significa quindi che tre ragazzini su quattro usano regolarmente lo smartphone
La percentuale aumenta quando si guarda ai ragazzini delle medie. Gli abitanti del mondo del web sono quindi sempre più giovani. Sin dalla prima adolescenza i ragazzini si trovano a navigare in rete, utilizzare i social per chattare, condividere video e foto e commentare i contenuti postati da altri. Tutto ciò però comporta alti rischi per i giovanissimi che sono sempre più alla ricerca di relazioni virtuali che reali. Le insidie che si celano dietro al mondo del web sono elevate e, secondo recenti dati Istat, sono molti gli adolescenti che hanno dichiarato di aver subito attacchi da persone sui social.
Tutto ciò può portare ad un disagio esistenziale nei giovani i quali, data la loro tenera età, si trovano travolti in un qualcosa di più grande di loro e che non sanno minimamente come affrontare. I genitori si sentono impotenti e il più delle volte non sanno nemmeno loro come gestire i malesseri dei figli. La dipendenza tecnologica è un fattore che porta alla nascita del cyberbullismo ed è quindi importante essere informati sui pericoli del web e sapere come difendersi.
Cyberbullismo: il bullismo in rete
Il cyberbullismo si sta sempre più diffondendo all’interno della società odierna e combatterlo diventa una sfida sempre più ardua. Se con il termine bullismo si fa riferimento ad un atteggiamento aggressivo ripetitivo che implica un rapporto faccia a faccia tra il bullo e la vittima, con cyberbullismo l’unica cosa che cambia è la maniera in cui avviene l’attacco. Il bullismo, con l’avvento dei social, si è trasformato in cyberbulismo e qui l’oppressore ha la possibilità di nascondesi dietro una barriera virtuale e spesso anche ad un profilo anonimo.
Il fatto che esista tale confine virtuale fa si che il bullo si senta più potente e protetto da eventuali reazioni emotive della vittima, abbassando così l’inibizione del bullo. L’obiettivo delle azioni aggressive svolte tramite l’utilizzo di strumenti elettronici è quello di offendere e insultare un soggetto più debole, incapace di difendersi. Il cyberbullismo, rispetto a quello tradizionale è molto più infido in quanto la presa in giro o l’insulto entra all’interno di un mondo più ampio che è quello della rete nella quale sono presenti tantissime persone. Essendo inseriti all’interno di un mondo iperconnesso, è difficile che in rete un messaggio passi inosservato. Foto, video e commenti, infatti, possono rimanere presenti in rete anche dopo essere stati eliminati dal diretto interessato.
Il bullismo fatto in rete si rivela, in alcuni casi, più pericoloso quindi di quello tradizionale che avviene nella realtà fisica. Grazie ad una connessione sempre attiva è possibile attaccare le persone più deboli e delicate che in questo caso sono proprio i giovani adolescenti che non hanno ancora sviluppato una personalità forte e definita per difendersi nella giusta maniera.
Come difendersi dal cyberbullismo?
Conoscere i pericoli del web e i meccanismi sporchi che si celano dietro la rete è un modo per riuscire a difendersi dal cyberbullismo. Il supporto e l’aiuto di genitori ed insegnanti, in questo caso, risulta fondamentale per far fronte alle minacce che arrivano dal web. Educare alla rete e informare gli adolescenti sui pericoli in cui possono incorrere i giovani ragazzi è molto importante.
Nelle scuole realizzare e promuovere incontri che parlino di questo fenomeno può aiutare gli adolescenti a comprendere ciò a cui vanno incontro. E’ necessario educarli su questo tema per fortificare la loro consapevolezza, la loro personalità e il loro senso critico affinché non si conformino a prescindere alla massa. Ma non solo, insegnare e far capire loro che le parole possono ferire e portare anche a gesti estremi.
Per i genitori più il figlio cresce più diventa difficile controllare e avere accesso ai suoi canali di comunicazione, sapere con chi parlano e chi frequentano. La responsabilità però di proteggere i figli è dei genitori fin quando non superano la soglia dell’età adulta, quindi controllare ciò che fanno i figli non è un gesto di violazione della privacy. Il genitore deve potere controllare e sapere cosa guarda e chi frequenta il proprio figlio su internet ed impedirne gli scorretti usi e le azioni inadeguate.