A causa del caratteristico naturale calo delle difese immunitarie che accompagna la gravidanza, le donne incinte sono tra le categorie più a rischio di contrarre il virus dell’influenza.
In genere questo malanno di stagione non rappresenta un rischio per il feto, ma è sempre bene non sottovalutarne la sintomatologia, costituita da febbre, tosse e raffreddore.
Il Ministero della Salute, così come gli altri organi istituzionali internazionali, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità, consigliano la vaccinazione a tutte le donne che, all’inizio della stagione influenzale (tra novembre e dicembre) si trovano nel 2° o 3° trimestre di gestazione. E’ bene ricordare che – come testimoniano le ricerche condotte finora su questo argomento – il vaccino, costituito da virus morti, non comporta alcun rischio per il feto, in nessuna fase della gravidanza.
La febbre (superiore a 38°-38,2°), sebbene non determini nella mamma in attesa dei rischi maggiori rispetto alle donne non incinte, può tuttavia attivare le naturali difese dell’organismo e favorire la comparsa di contrazioni dell’utero che, a loro volta, possono determinare un parto prematuro. Se il virus dell’influenza ha origine batterica, la salute del feto non è minacciata, in quanto la placenta funge da protezione. Il rischio di trasmissione si presenta solo se la placenta è lesionata. In ogni caso, è sempre consigliabile avvertire il proprio medico curante.
Per ridurre i sintomi dell’influenza, generalmente il medico prescrive farmaci specifici, ben tollerati in gravidanza, come ad esempio medicinali a base di paracetamolo (tachipirina, acetamol, sanipirina ecc.), una molecola che non sembra presentare controindicazioni sia per la salute della mamma che per quella del bambino.
Per evitare qualunque rischio, l’ideale sarebbe comunque non assumere alcun medicinale, soprattutto tra il 1° e il 3° trimestre di gestazione. Meglio agire in forma preventiva. Tra le regole utili per tenere alla larga l’influenza dalla futura mamma, ci sono: lavarsi le mani frequentemente; evitare i contatti ravvicinati con persone malate; evitare i luoghi affollati, soprattutto se chiusi; delegare ad altri l’assistenza di altri figli o familiari colpiti dall’influenza.
Se poi la prevenzione non dovesse bastare, ci sono sempre i rimedi della nonna: riposo, assunzione di molti liquidi e un’alimentazione leggera e nutriente. In aggiunta, sono ottimi i suffumigi a base di camomilla e bicarbonato, da ripetere due o tre volte al giorno.