La crioconservazione degli ovociti è una tecnica sempre più utilizzata: come si fa e quando è consigliata?
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La crioconservazione degli ovociti è una tecnica usata in medicina che prevede il congelamento dei gameti femminili, gli ovociti appunto, per essere utilizzati successivamente nella Procreazione medicalmente assistita (PMA). Gli ovociti vengono quindi conservati a una determinata temperatura.
Sono 4 di solito le situazioni per cui una donna decide di ricorrere alla crioconservazione per poter procreare in futuro:
La donna prima di sottoporsi alla crioconservazione degli ovociti, deve sottoporsi a degli esami diagnostici, tra cui il dosaggio ormonale, e a ecografia transvaginale in fase mestruale.
Successivamente avviene l’induzione e il seguente monitoraggio della ovulazione, tramite somministrazione di terapia ormonale, con iniezioni sottocutanee, per far maturare contemporaneamente più follicoli.
Infine, quando i follicoli sono pronti, vengono prelevati in day hospital attraverso un piccolo interventochirurgico per via vaginale, effettuato con una sonda ecografica. Questa tecnica si chiama pick up e consiste nell’aspirare dall’ovaio gli ovociti mediante un ago. Solitamente si ricorreall’anestesia locale o in alcuni casi a sedazione profonda.
Gli ovociti prelevati da questa operazione vengono poi crioconservati, con due metodiche: slow freezing (congelamento lento) e vitrificazione, ossia congelati in maniera rapida in azoto liquido a -196 gradi di temperatura. Quest’ultima tecnica ha portato in Italia alla prima gravidanza nel 1999, applicata più frequentemente dal 2003.
Le cellule uovo sono poi conservate nell’azoto liquido anche per molti anni e hanno oltre l’80% di possibilità di sopravvivere, una percentuale molto alta se paragonata alla altra tecnica di congelamento esistente e molto utilizzata in passato, cosiddetta del protocollo lento (slow freezing) che è del 67%.
Gli ovociti vanno prelevati quando la donna è ancora abbastanza giovane, di solito tra i 25 e i 35 anni, poiché in giovane età ha una riserva ovarica sufficiente per numero e per qualità, fattori fondamentali al successo di questa tecnica.
Ma il prelievo tramite questa metodica può avvenire anche più tardi, dopo i 35 anni, è infatti 37 l’età media a cui la donna italiana si sottopone a PMA.