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La crioconservazione degli ovociti è una tecnica usata in medicina che prevede il congelamento dei gameti femminili, gli ovociti appunto, per essere utilizzati successivamente nella Procreazione medicalmente assistita (PMA). Gli ovociti vengono quindi conservati a una determinata temperatura.
Crioconservazione degli ovociti: come si fa?
Sono 4 di solito le situazioni per cui una donna decide di ricorrere alla crioconservazione per poter procreare in futuro:
- Nell’ambito di un percorso di PMA, per avere più chance di riuscita e non dover fecondare tutti gli ovociti per non rischiare di avere un numero eccessivo di embrioni.
- Prima di sottoporsi a una cura per malattia oncologica, che rischia di compromettere la fertilità della donna.
- In caso di endometriosi, patologia che comporta infertilità e perdita della riserva ovarica prematura in una alta percentuale di donne affette.
- E infine per motivi sociali: non si sa quando la propria situazione personale o lavorativa darà la possibilità di diventare mamma, si chiama social egg freezing, ovvero la scelta privata di congelare i propri ovociti e di utilizzarli in futuro quando si decide di diventare mamme.
Come si prelevano gli ovociti?
La donna prima di sottoporsi alla crioconservazione degli ovociti, deve sottoporsi a degli esami diagnostici, tra cui il dosaggio ormonale, e a ecografia transvaginale in fase mestruale.
Successivamente avviene l’induzione e il seguente monitoraggio della ovulazione, tramite somministrazione di terapia ormonale, con iniezioni sottocutanee, per far maturare contemporaneamente più follicoli.
Infine, quando i follicoli sono pronti, vengono prelevati in day hospital attraverso un piccolo interventochirurgico per via vaginale, effettuato con una sonda ecografica. Questa tecnica si chiama pick up e consiste nell’aspirare dall’ovaio gli ovociti mediante un ago. Solitamente si ricorreall’anestesia locale o in alcuni casi a sedazione profonda.
Come si conservano gli ovociti?
Gli ovociti prelevati da questa operazione vengono poi crioconservati, con due metodiche: slow freezing (congelamento lento) e vitrificazione, ossia congelati in maniera rapida in azoto liquido a -196 gradi di temperatura. Quest’ultima tecnica ha portato in Italia alla prima gravidanza nel 1999, applicata più frequentemente dal 2003.
Le cellule uovo sono poi conservate nell’azoto liquido anche per molti anni e hanno oltre l’80% di possibilità di sopravvivere, una percentuale molto alta se paragonata alla altra tecnica di congelamento esistente e molto utilizzata in passato, cosiddetta del protocollo lento (slow freezing) che è del 67%.
Quando congelarli?
Gli ovociti vanno prelevati quando la donna è ancora abbastanza giovane, di solito tra i 25 e i 35 anni, poiché in giovane età ha una riserva ovarica sufficiente per numero e per qualità, fattori fondamentali al successo di questa tecnica.
Ma il prelievo tramite questa metodica può avvenire anche più tardi, dopo i 35 anni, è infatti 37 l’età media a cui la donna italiana si sottopone a PMA.