Sapevate che c’è una profonda connessione tra voce e vagina? A cominciare dal fatto che “cervice” deriva dalla parola latina che indica il collo. Inoltre, la vagina e la gola sono strutture notevolmente simili. Entrambe sono sostenute da un insieme di muscoli diaframmatici simili a un’amaca, che si muovono di pari passo con la respirazione. Ecco cosa sapere in merito.
La connessione tra voce e vagina durante il parto
Gli atti creativi del canto, dell’orgasmo e del parto sono tutti alimentati da impulsi muscolari rapidi e ritmici. La vagina e la voce sono inestricabilmente legate e scollegarsi da una di esse significa spegnere l’altra. La separazione di queste regioni dell’esperienza può causare un aumento dello stress emotivo, del disagio fisico e della dissociazione. Attraverso semplici tecniche di percezione sensoriale ed esercizi vocali, è possibile migliorare il piacere sessuale, costruire confini personali più forti e persino facilitare il travaglio.
Sulla base dello studio delle strutture del sistema nervoso simpatico e parasimpatico, sappiamo che il corpo risponde ormonalmente in ogni momento a stimoli esterni e interni. Il più delle volte non siamo consapevoli dei processi che avvengono internamente. Tuttavia, la cosa più preoccupante è che molti di questi processi interni sono influenzati non tanto dall’ambiente esterno, quanto dalla nostra percezione di tale ambiente. Questo influisce sul nostro corpo fisico.
Il nervo vago
Il filo conduttore fisico tra la vagina e la gola è il nervo vago. Si tratta del nervo più grande del corpo che collega il tronco encefalico al plesso nervoso sacrale. L’80-90% del nervo vago è sensoriale, il che significa che risponde come la pelle al movimento e alla stimolazione basata sulla pressione, non solo ai segnali elettrici. “Vago” significa vagabondo: il nervo vaga attraverso il corpo. In precedenza non si pensava che arrivasse fino alla regione pelvica. Ma le nostre ricerche e quelle di altri laboratori dimostrano che in effetti arriva alla cervice e all’utero e probabilmente alla vagina. Trasporta gli impulsi da queste regioni, risale attraverso l’addome, passa attraverso il diaframma, attraversa il torace (la cavità toracica), risale il collo fino al midollo spinale e arriva al cervello.
La risposta fisica al disagio è quella di tirare verso l’interno e verso l’alto, in una sorta di nodo che si regge sulle gambe. Questa tensione eccessiva del diaframma respiratorio e del pavimento pelvico limita l’assunzione di ossigeno e l’emissione di anidride carbonica, creando una sorta di risposta di “fame” nei muscoli e affaticamento in tutto il corpo. La sensibilità del sistema nervoso periferico diminuisce, il nervo vago non riceve alcun massaggio e il corpo come risorsa sensoriale viva si spegne letteralmente. Diventiamo “disincarnati”. Di conseguenza, la voce diventa disconnessa: alta, stridula, lamentosa, troppo bassa o troppo alta.
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