I dati sulla trasmissione del coronavirus al feto durante la gravidanza sono ancora troppo pochi: nonostante ciò i risultati di alcune ricerche ci permettono di fare chiarezza su alcuni punti.
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Come reagiscono al Coronavirus le donne in gravidanza? Quali sono i rischi per la madre e per il bambino? Se una donna è in dolce attesa il Coronavirus si può trasmettere al feto? Molte donne in attesa di un bambino si rivolgono a ginecologhe e ostetriche per manifestare i loro dubbi e i loro timori riguardo alle possibili conseguenze sulla gravidanza e sulla salute del feto causate dall’infezione del Coronavirus. I primi studi sulle madri prossime al parto, positive al Coronavirus, sembrano rassicurare, tuttavia mancano informazioni sulle fasi iniziali della gestazione. I dati sulla trasmissione del virus al feto durante la gravidanza sono ancora troppo pochi, nonostante ciò i risultati di alcune ricerche ci permettono di fare chiarezza su alcuni punti.
Gli scienziati fanno ricerche dall’inizio dell’epidemia in Cina e le pazienti studiate sono davvero troppo poche, tuttavia i dati ottenuti invitano a un certo ottimismo. Le donne in gravidanza non sembrano maggiormente a rischio di sviluppare sintomi gravi, in caso di infezione da Coronavirus. Secondo un’analisi su 147 pazienti incinte riportata dall’OMS, solo l’8% ha riportato forme importanti della malattia, e soltanto l’1% è finito in condizioni critiche.
Tuttavia bisogna considerare che la gravidanza comporta cambiamenti del sistema immunitario, che solitamente risulta indebolito. É proprio questo che può aumentare il rischio di contrarre infezioni respiratorie virali, tra cui anche quella da nuovo Coronavirus. Per tutti, ma soprattutto per le donne in gravidanza, il consiglio è di mettere in pratica tutte le norme igieniche consigliate dal Ministero della salute in modo da ridurre il rischio di infezione. Lavatevi spesso le mani, evitate contatti con persone malate o sospette. Per quanto possibile, cercate di restare a casa e di limitare i contatti sociali. Le stesse precauzioni valgono per ogni periodo gestazionale senza distinzione, sebbene più si avvicini il momento del parto, cioè oltre la ventiquattresima settimana, maggiore deve essere l’attenzione della mamma nei confronti nella prevenzione.
Anche se è troppo presto per escludere del tutto questa eventualità, per il momento non ci sono prove di trasmissione verticale della malattia da COVID-19 al feto. Uno studio su 9 donne in gravidanza e sui loro figli pubblicato sul Lancet ha chiarito che i neonati (venuti alla luce con parto cesareo per ridurre i rischi di esposizione al virus) erano sani e senza tracce di SARS-CoV-2 nel sangue, nella gola, nel cordone ombelicale e nel liquido amniotico. Quindi, sembra ragionevole dire che non ci sia un passaggio transplacentare o ematico del virus al bambino.
Al momento con i dati a disposizione non è stata dimostrata la presenza del virus né nel sangue cordonale, né nel liquido amniotico, né nel latte materno delle pazienti infette. La Dott.ssa Daniela Galliano, medico chirurgo e Direttrice sanitaria della sede romana di IVI, Istituto Valenciano di Infertilità, multinazionale leader in Fecondazione Assistita, ha fornito le seguenti informazioni riguardo alla possibile trasmissione del coronavirus in gravidanza:
Sono stati studiati 33 neonati nati da madri positive al Covid-19 nell’ospedale cinese di Wuhan. Di questi neonati nati da madri affette da polmonite al momento del parto, 3 su 33 (9%) hanno presentato sintomi da infezione SARS-CoV2 a esordio precoce. Il sintomo più comune che hanno presentato questi 3 neonati è stata difficolta respiratoria e alla radiografia del torace si è diagnostica loro una polmonite. Il neonato più gravemente malato è nato prematuro e potrebbe essere stato sintomatico per questo e per asfissia e sepsi, piuttosto che da infezione da SARS-CoV-2.
Sebbene 2 studi recenti condotti in Cina abbiano dimostrato che non vi sono risultati clinici di COVID-19 nei neonati nati da madri affette, e tutti i campioni, inclusi liquido amniotico, sangue cordonale e latte materno, sono risultati negativi per SARS-CoV- 2, la trasmissione materno-fetale verticale non può essere esclusa completamente.
Pertanto, è fondamentale sottoporre a screening le donne in gravidanza e attuare misure rigorose di controllo delle infezioni, quarantena delle madri infette e uno stretto monitoraggio dei neonati a rischio di COVID-19
Tuttavia, secondo la dottoressa Galliano:
Non sembra che il covid-19 passi la barriera placentaria, ma se così fosse il feto potrebbe essere a rischio soprattutto all’inizio della gestazione, quando il cervello fetale è più vulnerabile. La placenta di solito impedisce a virus e batteri dannosi di raggiungere il feto. E consente agli anticorpi utili della madre di proteggere il feto da eventuali germi, prima e dopo la nascita
Tuttavia, alcuni virus penetrano nel feto. L’esempio più recente, secondo la dottoressa, è Zika, che può causare microcefalia e danni neurologici profondi, soprattutto se contratta nel primo e nel secondo trimestre. Infine, ha concluso la dottoressa:
Il nuovo coronavirus non sembra appartenere a questa categoria più pericolosa. In tal caso vedremmo livelli più elevati di aborto spontaneo e parto prematuro