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Come reagiscono al coronavirus le donne in gravidanza? Quali sono i rischi per la madre e per il bambino? Molte donne in attesa di un bambino si rivolgono a ginecologhe e ostetriche per manifestare i loro dubbi e i loro timori riguardo alle possibili conseguenze sulla gravidanza e sulla salute del feto causate dall’infezione del Coronavirus. I dati sulla trasmissione del virus al feto durante la gravidanza sono ancora troppo pochi. Nonostante ciò i risultati di alcune ricerche ci permettono di fare chiarezza su alcuni punti. Ecco le risposte alle domande più comuni sui rischi del Coronavirus nelle donne in gravidanza.
Gli scienziati fanno ricerche dall’inizio dell’epidemia in Cina. Le pazienti studiate sono davvero troppo poche, tuttavia invitano a un certo ottimismo. Bisogna considerare che la gravidanza comporta cambiamenti del sistema immunitario, che solitamente risulta indebolito. É proprio questo che può aumentare il rischio di contrarre infezioni respiratorie virali, tra cui anche quella da nuovo Coronavirus. Inoltre le donne in gravidanza potrebbero mostrare un rischio maggiore di sviluppare una forma severa di infezioni respiratorie virali.
Per tutti, ma soprattutto per le donne in gravidanza, il consiglio è di mettere in pratica tutte le norme igieniche consigliate dal Ministero della salute in modo da ridurre il rischio di infezione. Lavatevi spesso le mani, evitate contatti con persone malate o sospette. Per quanto possibile, cercate di restare a casa e di limitare i contatti sociali. Le stesse precauzioni valgono per ogni periodo gestazionale senza distinzione, sebbene più si avvicini il momento del parto, cioè oltre la ventiquattresima settimana, maggiore deve essere l’attenzione della mamma nei confronti nella prevenzione.
Se la donna incinta è contagiata, lo è anche il neonato?
Al momento con i dati a disposizione non è stata dimostrata la presenza del virus né nel sangue cordonale, né nel liquido amniotico, né nel latte materno delle pazienti infette. Quindi, sembra ragionevole dire che non ci sia un passaggio transplacentare o ematico del virus al bambino.
Se contagiate è necessario anticipare il parto?
Il parto dipende dalle condizioni cliniche non tanto del feto ma della mamma. Una donna può aver contratto il Coronavirus, ma non avere sintomi gravi ed essere clinicamente stabile. Sarà necessario il ricovero e l’isolamento, e un monitoraggio puntuale della madre e del feto, per capire come procedere con il parto.
Come è meglio partorire?
Allo stato attuale delle conoscenze, non c’è una indicazione al taglio cesareo nelle donne affette da infezione da coronavirus, a meno che non siano presenti indicazioni per altri motivi ostetrici. Non sembra opportuno modificare la condotta ostetrica che orienta per un parto vaginale.
Si può allattare?
Sì, secondo le recenti indicazioni l’allattamento al seno è possibile. Tuttavia sarà necessario adottare delle precauzioni specifiche. Se la mamma è positiva al virus, asintomatica o poco sintomatica: può allattare in un’area isolata dedicata al puerperio, adottando tutte le misure di prevenzione adeguate come lavarsi le mani e indossare la mascherina. Invece se la mamma è positiva e ha sintomi di infezione respiratoria, il neonato viene separato dalla mamma e il latte viene usato con tiralatte.
Gli ospedali hanno ormai organizzato dei percorsi sicuri e separati per le donne con sospetto o positive al Coronavirus. Ci sono quindi camere e sale parto separate, sistemi di protezione studiati per le mamme e per l’accompagnatore, in modo da far sì che non ci sia una commistione con i flussi normali delle donne sane che vengono a partorire.