Tutti i farmaci hanno degli effetti indesiderati ma nei vaccini quali sono? E quanto sono pericolosi?
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Prima di provvedere ad elencare quelle che potrebbero essere eventuali controindicazioni derivanti dalla somministrazione dei vaccini, cosa buona e giusta è inizialmente precisare che quelli che ad oggi vengono utilizzati sono caratterizzati da un grado di sicurezza molto elevato. Malgrado tale premessa, vi è una piuttosto vasta gamma di casi nei quali un suo uso è se non altro sconsigliabile, viste le complicazioni alle quali determinate topologie di vaccino potrebbero condurre.
A tal proposito, è bene tuttavia mettere in chiaro che le situazioni di cui si parla sono numericamente piuttosto esigue, e che è perciò opportuno, prima di prendere qualsiasi decisione a proposito, fissare un consulto con il proprio medico di fiducia. Quest’ultimo aiuterà il paziente nel fare l’importante distinzione tra quelle che sono le vere controindicazioni e quelle che, al contrario, non rappresentano altro che prova tangibile di una diffusa e controproducente disinformazione. Detto questo, quali sono le controindicazioni di cui si parla? In seguito una breve carrellata a proposito.
Stati febbrili lievi, così come raffreddori e diarree di risibile entità non costituiscono affatto, nella fattispecie in cui si sia in presenza di bambini, delle situazioni in cui a questi non debba essere somministrato il vaccino. In linea di principio, cosa buona e giusta è prendere in ponderazione le direttive che seguono:
– nell’ipotesi in cui i disturbi appena citati abbiano gravità lieve, è possibile provvedere al vaccino senza necessità alcuna di consulto medico;
– nel caso opposto, ossia nel momento in cui febbre o altre affezioni siano contraddistinte da una gravità piuttosto elevata, appropriato sarebbe posticipare la vaccinoterapia fino a che i disturbi non abbiano trovato una buona e completa guarigione.
Nelle persone affette da allergie di genere variabile, piuttosto frequente è la possibilità che reazioni indesiderate possano insorgere. Se è vero che le allergie possono rappresentare un fattore di rischio, è altrettanto vero che bisogna prestare uno sguardo attento solo verso quelle sostanze presenti all’interno del vaccino stesso.
Scendendo maggiormente nel particolare e citando un caso prettamente esemplificativo, l’allergia alle graminacee risulterebbe del tutto irrilevante. Altrettanto non potrebbe dirsi per quella verso la parti proteiche dell’uovo, con tracce di queste ultime che potrebbero trovarsi nella composizione del vaccino.
Unica manifestazione allergica che realmente avrebbe il potere di controindicare la vaccinazione è rintracciabile in un’ipersensibilità a carattere immediato accorsa nelle sedute antecedenti.
Quali sono le controindicazioni dei vaccini sui neonati prematuri? L’utilizzo dei vaccini su bambini prematuri potrebbe essere espletato seguendo, analogamente a quelli nati con le normali tempistiche, volgendo la lente di ingrandimento sul medesimo calendario. Malgrado ciò, gestire la successione delle vaccinazioni può apparire complicato a causa di fattori che vanno dal loro peso fino ad arrivare alla situazione clinica.
Fermo restando che mai nessuna connessione tra vaccinoterapie e malformazioni del feto sia mai stata pienamente dimostrata, è comunque giudizioso vaccinare la donna in stato di gravidanza solo e soltanto qualora la probabilità di effetti indesiderati è ragionevolmente bassa.
Quando, invece, la vaccinazione presenta il carattere dell’impellenza, è preferibile aspettare comunque la scadenza del primo trimestre di gestazione. Nonostante quello che si potrebbe erroneamente credere, il vaccino contro l’influenza è anzi consigliato, soprattutto perché durante la gravidanza uno stato influenzale potrebbe assumere un’intensità considerevole.
Per ciò che invece concerne la vaccinoterapia volta a prevenire le infezioni da epatite B, il consiglio è quello di somministrarlo quando il rischio contrarre la patologia è alto.
Il vaccino che desta il numero maggiore di perplessità è quello contro la rosolia, visto che esso si avvale di un virus depotenziato ma ancora vivo. C’è però da dire che, negli ormai 25 anni che hanno seguito i primi utilizzi, non è stata osservata alcuna criticità rilevante.