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L’aborto spontaneo è l’interruzione spontanea della gravidanza prima della 20esima settimana di gestazione. Purtroppo, si tratta di un fenomeno molto frequente, in quanto colpisce il 31-35% delle gravidanze totali. Come riconoscere un aborto spontaneo: i sintomi e le cause.
Come riconoscere un aborto spontaneo: i sintomi
Il primo trimestre di gravidanza è quello più delicato e preoccupa maggiormente i futuri genitori. In particolare, durante i primi tre mesi sono rischiosi a causa del rischio di aborto spontaneo.
L’aborto spontaneo, per definizione, è la morte del feto prima della 20esima settimana di gestazione. I sintomi dell’aborto spontaneo comprendono il dolore pelvico crampiforme, il sanguinamento vaginale e infine l’espulsione di materiale.
Tuttavia non sempre è facile riuscire a distinguere un’interruzione della gravidanza: proprio all’inizio, tra i più comuni sintomi gravidici, è piuttosto frequente notare piccole perdite (che possono essere le cosiddette perdite da impianto, sono cioè causate dall’annidamento dell’embrione nelle pareti uterine), e avere piccoli crampi al basso addome.
Molte donne non si accorgono di nulla perché la gravidanza si interrompe ai suoi esordi, quando non è stato nemmeno fatto il test di gravidanza, e le perdite vengono scambiare per le normali mestruazioni.
Come riconoscere un aborto spontaneo: le cause
Gli aborti spontanei isolati possono essere causati da determinati virus, soprattutto i cytomegalovirus, gli herpes virus, i parvovirus e i virus della rosolia, o da patologie che possono provocare aborti sporadici o gravidanza interrotta ricorrente. Altre cause comprendono anomalie immunologiche, traumi importanti, e anomalie uterine (fibromi e aderenze). In genere, però, la causa è sconosciuta.
I fattori di rischio per aborto spontaneo comprendono:
- età > 35 anni;
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anamnesi di aborto spontaneo;
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fumo di sigaretta;
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uso di alcune sostanze (cocaina, alcol, alte dosi di caffeina);
- una malattia cronica scarsamente controllata nella madre.
Infine, malattie tiroidee subcliniche, utero retroverso e traumi minori non sembrano causare aborti spontanei.
Come riconoscere un aborto spontaneo: cosa fare
Naturalmente se si sa già di essere incinte e si notano dei sintomi particolarmente strani è bene sempre chiamare il proprio medico. In particolare, bisogna stare attente a dolori piuttosto forti al basso ventre e perdite ematiche, anche lievi, che non vanno mai sottovalutate.
Come già detto, infatti, l’aborto si manifesta chiaramente con un’emorragia che sembra una mestruazione ma è più consistente e dura più a lungo del solito. Il sanguinamento è accompagnato da crampi addominali e contrazioni uterine che sono finalizzate a favorire l’espulsione dei tessuti. È normale, quindi, notare dei coaguli di sangue.
Dopo qualche giorno il medico prescriverà un esame delle Beta Hcg e un’ecografia per verificare se l’utero si sia pulito completamente: in caso contrario sarà necessario un piccolo intervento chirurgico chiamato raschiamento.