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La varicella colpisce molti bambini durante l’infanzia e si può riconoscere facilmente dalla presenza di un’eruzione cutanea molto pruriginosa. Vediamo più nel dettaglio come riconoscere la varicella nei bambini.
Varicella bambini
La varicella è una malattia esantematica molto comune nei bambini al di sotto dei 12 anni causata dal virus Varicella-Zoster, uno dei virus della famiglia degli Herpes. Una volta che si manifesta, l’organismo sviluppa quasi sempre l’immunità per tutta la vita, il che significa che è estremamente improbabile che si ripresenti un’altra volta. Tuttavia, il virus resta dormiente nell’organismo e può riattivarsi più avanti nel corso della vita, causando l’Herpes Zoster.
Ai giorni nostri la varicella nei bambini è molto più rara grazie al vaccino antivaricella, che viene somministrato ai bambini in due dosi, la prima tra i 12 e i 15 mesi di età e la seconda a 5-6 anni di età. Il vaccino protegge dalla varicella, anche se alcuni pazienti possono svilupparla comunque in forma lieve, con meno vescicole e febbre non troppo alta o assente.
Varicella sintomi
La varicella è caratterizzata da alcuni sintomi tipici.
- Febbre alta, dolori e mal di testa, che spesso si manifestano un giorno o poco prima della comparsa del rash cutaneo.
- Eruzione cutanea caratterizzata da vescicole pruriginose, che possono manifestarsi nell’arco di diversi giorni in tutto il corpo. Alcuni bambini si ricoprono di puntini, altri ne hanno pochi o addirittura nessuno. L’eruzione cutanea all’inizio si manifesta con macchie rosse, che poi evolvono in vescicole e alla fine in crosticine.
- Perdita di appetito.
Alcuni bambini sperimentano un generale senso di malessere che dura alcuni giorni, mentre altri appaiono solo leggermente malati. La maggior parte migliora entro la prima settimana. Le vescicole si seccano gradualmente fino alla loro scomparsa totale.
Varicella contagio
La varicella è estremamente contagiosa. Il contagio avviene:
- per via aerea, inalando le piccole goccioline di saliva che vengono emesse tossendo, starnutendo, parlando o ridendo;
- attraverso il contatto diretto con il muco, la saliva o il siero contenuto nelle vescicole di un paziente infetto;
- attraverso il contatto indiretto con il siero contenuto nelle vescicole, toccando oggetti o superfici contaminati (ad esempio, toccando i giocattoli);
- entrando in contatto con il siero contenuto nelle vescicole di un paziente affetto da Herpes Zoster, detto anche Fuoco di Sant’Antonio.
Un paziente affetto da Herpes Zoster può trasmettere la varicella a bambini o adulti che non l’hanno mai avuta o non sono stati vaccinati, poiché la malattia è causata dallo stesso virus responsabile della varicella rimasto latente nel corpo, ma non può trasmettere l’Herpes Zoster stesso, in quanto questo si sviluppa solo in persone che hanno già avuto la varicella.
La malattia è più contagiosa uno o due giorni prima della comparsa del rash cutaneo, fino a quando tutte le vescicole si sono seccate completamente e trasformate in crosticine. Le probabilità di contagio sono particolarmente elevate quando si condivide un ambiente con un paziente malato per almeno 15 minuti, specialmente in luoghi pubblici e in luoghi affollati, come la scuola e lo scuolabus. La magior parte dei bambini con un fratello o una sorella infetti vengono contagiati a loro volta (se non hanno avuto la varicella o fatto il vaccino), sviluppando i sintomi circa due settimane dopo.
Un bambino con la varicella dovrebbe rimanere a casa e riposare fino a quando l’eruzione non sarà scomparsa e tutte le vescicole si saranno prima seccate e poi trasformate in crosticine. Per prevenire la diffusione della malattia, è bene che i genitori tengano i bambini con la varicella lontani da altri bambini o pazienti non vaccinati e che si assicurino di far lavare spesso le mani ai loro figli, soprattutto prima dei pasti e dopo essere andati in bagno.
Quanto dura la varicella
La durata della varicella varia da bambino a bambino e coincide con il periodo che va dall’inizio della fase di incubazione alla scomparsa totale delle crosticine. L’incubazione inizia dal momento del contatto con il virus ed ha una durata variabile, stimata intorno ad un minimo di 11 giorni fino ad un massimo di 20 giorni. La malattia vera e propria si manifesta al termine di questa fase e dura almeno una decina di giorni. La febbre, inizialmente bassa, sale a 38°-39° C quando compare anche il rash cutaneo e si abbassa gradualmente durante la fase di guarigione. Le crosticine scompaiono gradualmente da tutto il corpo, in due settimane circa, durante le quali bisogna armarsi di una buona dose di pazienza.
Nei bambini, di solito, la varicella non ha complicazioni o queste si verificano raramente, mentre possono manifestarsi sia negli adolescenti che negli adulti. La complicazione più frequente nei bambini si può verificare quando si grattano molto, graffiando le vescicole non cicatrizzate, che possono infettarsi. In questo caso la pelle infetta diventa rossa e dolente, perciò è necessario l’uso di creme antibiotiche per guarire l’infezione. Più in generale, tra le complicazioni che possono verificarsi troviamo:
- Sindrome di Reye (una condizione molto rara che causa problemi al cervello e al fegato);
- polmonite;
- encefalite (infiammazione del cervello);
- miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco);
- infiammazione dei reni o del pancreas;
- appendicite;
- atassia (problemi di coordinamento dei movimenti);
- artrite (infiammazione delle articolazioni).
Sebbene nei bambini le complicazioni gravi siano rare, i genitori devono restare vigili e contattare tempestivamente il medico in caso di sintomi preoccupanti, quali, ad esempio, problemi respiratori, rigidità al collo, difficoltà a camminare, vomito, convulsioni, difficoltà ad assumere liquidi a causa di una grave eruzione cutanea nella bocca, un’eruzione cutanea che provoca lividi o sanguinamento.
I soggetti più a rischio di complicanze sono le donne incinte, i neonati nati da madri che hanno avuto la varicella, i pazienti affetti da leucemia, i bambini che assumono farmaci immunosoppressori e chiunque abbia problemi del sistema immunitario.
Come si manifesta la varicella
La varicella si manifesta inizialmente con sintomi simil influenzali (febbre tra i 38,3° e i 38,8° C, mal di testa, mal di gola o mal di stomaco) che durano per alcuni giorni e precedono la comparsa del classico esantema.
Lo sfogo cutaneo, rosso e pruriginoso, di solito compare prima sull’addome o sulla schiena e sul viso, quindi si diffonde quasi ovunque sul corpo (compresi cuoio capelluto, bocca, braccia, gambe e genitali) e cambia aspetto man mano che la malattia segue il suo corso. L’aspetto iniziale dell’eruzione cutanea è caratterizzato da tanti puntini rossi, detti papule, simili a brufoli o punture di insetti. Le papule compaiono nell’arco di 2-4 giorni, poi si trasformano in vescicole dalle pareti sottili, piene di liquido. Queste bolle si rompono lasciando una piaga aperta, che si secca e si trasforma, infine, in una crosticina.
Tutte e tre le fasi dell’esantema della varicella (papule rosse, vescicole e crosticine), compaiono contemporaneamente sul corpo. L’eruzione cutanea può diffondersi in modo più esteso o essere più grave nei bambini che hanno un sistema immunitario debole o disturbi della pelle, come l’eczema.
Come alleviare il prurito
Il prurito che accompagna la varicella è molto fastidioso. I genitori devono evitare che i bambini si grattino, soprattutto perché potrebbero graffiarsi e causare infezioni alla pelle, e perché le cicatrici diventerebbero permanenti. Grattarsi, inoltre, dona solo un sollievo temporaneo e mette in moto un circolo vizioso che non fa che peggiorare il prurito. Fortunatamente esistono diversi rimedi ed accortezze per alleviarlo.
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I rimedi più usati per i bambini sono la lozione a base di calamina, creme emollienti a base di calendula, l’oleolito di calendula, l’olio di mandorle dolci spremute a freddo, la tintura madre diluita al 50% in acqua, o polveri contro il prurito come il talco alla calendula o il talco mentolato 1%. Durante l’applicazione di polveri contro il prurito, si raccomanda ai genitori di fare attenzione all’inalazione, soprattutto se il bambino è molto piccolo, in quanto potrebbero causare problemi respiratori. In caso di prurito fastidioso, il pediatra potrebbe somministrare al bambino anche un antistaminico, il quale serve altresì a prevenire le infezioni che compaiono nei bambini che si grattano molto.
Vediamo ora quali altre accortezze possono adottare i genitori per alleviare e contenere il prurito. Innanzitutto, il bambino deve indossare indumenti leggeri, comodi e larghi, di cotone bianco o seta. Similmente, non deve usare lenzuola che risultino ruvide o creino attrito sulla pelle e non deve stare in un ambiente troppo caldo. Le unghie devono essere sempre corte e pulite, onde evitare che i batteri che trattengono infezioni se il bambino si gratta continuamente. Per alleviare la sensazione di prurito sono utili anche impacchi freddi, spugnature, o bagnetti brevi fatti con acqua tiepida, per tenere sempre la pelle pulita ed idratata, in cui si possono diluire sostanze lenitive, come bicarbonato di sodio, amido di mais o farina colloidale di avena. Si raccomanda, infine, l’uso di detergenti, shampoo e detersivi per il bucato con un buon INCI, privi di sostante irritanti.
Oltre a lenire il prurito, per curare la varicella si possono assumere, previa prescrizione, farmaci per abbassare la febbre o alleviare il dolore, come il paracetamolo o altri antiinfiammatori non steroidei da banco. Sono da evitare quelli a base di acido acetilsalicilico, come l’aspirina, perché aumenta il rischio di sviluppare la Sindrome di Reye.
La guarigione completa dalla varicella avviene quando le pustole si seccano trasformandosi in crosticine. Da quando queste compaiono, e poi anche dopo la loro caduta, la pelle del bambino è ancora delicata perché presenta delle lesioni, perciò deve evitare categoricamente di esporsi al sole, deve indossare magliette a manica lunga e cappellini con la visiera ed usare creme solari a schermo fisico, con alto potere coprente.