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Come prendere in braccio un neonato: i consigli

Come prendere in braccio un neonato: i consigli utili ai genitori per coccolare un bambino, aiutarlo con le coliche e favorire la digestione.

Se lo chiedono le mamme, ma soprattutto i papà che – a torto – i primi giorni si sentono inadeguati. E hanno sempre paura di non sapere come fare, di fare male al piccolo che hanno tra le braccia, di stringerlo troppo o di non tenere bene la testa. In realtà imparare a prendere un neonato è meno difficile di quello che sembra. Come prendere in braccio un neonato: i consigli.

Come prendere in braccio un neonato

Prima di parlare delle posizioni da adottare per prendere in braccio il neonato, è opportuno sottolineare quanto sia importante per lui, e anche per i suoi genitori, questa forma di contatto e vicinanza. Al di là della tecnica, quando il bambino è in braccio alla mamma o al papà vive una condizione di profondo benessere. Tra le braccia del genitore si sente contenuto e al sicuro e ritrova le sensazioni sperimentate nella sua vita prenatale. Non è un caso se, posato sul petto della mamma o rannicchiato nel suo abbraccio, il bebè si tranquillizza e, in genere, si addormenta rapidamente.

Le manovre per prendere e tenere in braccio un neonato o metterlo giù sono meno complicate di quello che sembra: l’importante è sostenere la testa. Fino a tre mesi, infatti, le fasce muscolari di collo e dorsali non sono forti a sufficienza per sostenere autonomamente il peso della testa del bambino. Se si prende un neonato in braccio senza sostenerlo in modo adeguato, la sua testa si piegherà all’indietro, il che è molto pericoloso. Quando si fa il bagnetto al neonato una mano deve sorreggere testa e collo fuori dall’acqua, con l’altra lo si sciacqua. Quindi, quello a cui bisogna pensare è sempre mettere una mano a protezione del collo.

La posizione per cullare e coccolare

La modalità più comune per tenere in braccio il bebè è quella con la sua testolina che poggia sull’incavo del braccio del genitore e il corpo sostenuto dall’avambraccio e dalla mano di mamma o papà. Nei primi mesi è necessario prestare attenzione alla testa. Quando si solleva il piccolo dalla culla, dal seggiolino auto o dal fasciatoio, una mano del genitore dovrà sempre sorreggere il capo del bebè. Se il bambino è particolarmente agitato e anche in braccio fatica a tranquillizzarsi, può essere d’aiuto avvolgerlo in un lenzuolino. In questo modo, infatti, si sente contenuto, come quando si trovava nel grembo materno.

Le manovre anti-coliche

Per alcuni neonati, la sera rappresenta un momento particolarmente critico. La stanchezza accumulata nel corso della giornata, sommata a un possibile fastidio al pancino, fa sì che il bebè pianga a lungo e fatichi a calmarsi. In questo caso, può essere d’aiuto tenerlo in posizione prona sull’avambraccio del genitore, massaggiandogli la schiena con l’altra mano. Questa posizione, unita al movimento con il genitore che culla il bimbo o cammina lentamente tenendolo sul braccio, favorisce in genere il rilassamento.

Come aiutare la digestione

Quando il bambino ha bisogno di digerire dopo la poppata o dopo un pasto con il biberon, la posizione ideale è quella verticale. Il genitore tiene in braccio il piccolo, appoggiandolo al proprio corpo, con la testolina posata sulla spalla. Con un braccio si sorregge il corpo del bambino e con l’altra mano si sostiene la testa. Questa posizione è particolarmente indicata dopo ogni pasto per i bambini che soffrono di frequenti rigurgiti o di reflusso gastroesofageo. Non è invece necessario che il bimbo faccia il ruttino se si è addormentato poppando al seno.

Scritto da Francesca Belcastro
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