I bambini non nascono conoscendo già le buone maniere. Se hai dei figli sai bene che appena cominciano a muovere consapevolmente le dita delle mani e scoprono le narici, è un gioco da ragazzi iniziare a infilarle le dita nel naso! Chiedere scusa o ringraziare non sono certo istinti infantili e dipendono dalle regole e dalle indicazioni proposte da ciascun nucleo familiare. Mio padre, quando ero piccola, mi diceva spesso: “Una principessa lo farebbe?”. Non sto dicendo una bugia, era un modo come un altro per farmi capire che il mio modo di comportarmi non era aggraziato o fine. Insomma, per dire ciò che a parole non si può certo spiegare a una bambina piccola.
Come insegnate ai vostri figli le buone maniere? Certamente senza aspettarsi che rispettino gli standard di una corte reale, potrebbe essere indicato che imparino ad essere gentili, rispettosi e educati con le persone e le cose che li circondano. Come fare? È molto più semplice di quanto pensi. Segui queste piccole linee guida e il gioco è fatto!
- Dire “per piacere” e “grazie“Queste sono proprio le parole base da imparare a casa. Se tuo figlio è un chiacchierone, vedrai che le imparerà molto facilmente. Comincia tu, dai l’esempio utilizzando spesso queste parole fin da quando lui è ancora piccolo. Ogni volta che gli passi qualcosa (un bicchiere, un giochino eccetera) ripetigli una sorta di motivetto “Grazie mamma!”. Non ci vorrà molto tempo perché cominci anche lui a farlo. Quando tuo figlio è un po’ più grandicello, ricordagli gentilmente queste parole quando se ne dimentica e soprattutto evita che si abitui a pretendere le cose (“Voglio i cereali!”) anziché chiederle educatamente (“Per favore posso avere i cereali?”).
- “Grazie” per i bambini timidiSe tuo figlio è particolarmente timido, o magari sta attraversando una fase delicata in questo senso, dire “grazie” agli sconosciuti o in contesti esterni potrebbe essere molto difficile per lui. All’inizio potresti essere tentata di insistere o di completare tu le frasi al suo posto. Ma col tempo potresti renderti conto che questa mancata comunicazione non ha nulla a che vedere con la maleducazione. Allora potreste trovare un compromesso, magari dicendo allo sconosciuto che sta ringraziando con un semplice sguardo. Basterà lasciargli un pochino di tempo e troverà da solo il modo per dire in autonomia questa parola anche tra sconosciuti.
- Non interrompereInsegnare ai bambini a non interrompere gli altri mentre parlano è un modo per dirgli che non tutto il mondo gira attorno a loro. Se si tratta di un’emergenza, oppure gli adulti sono troppo presi dalle loro chiacchiere, con una semplice parola il bambino potrà richiamare la loro attenzione: “Scusa” oppure “Scusate”. Quando insegni le buone maniere a tuo figlio, non dimenticarti di spiegargli perché sono importanti. Per esempio in questo caso potresti dirgli che interrompere gli altri mentre parlano significherebbe che per noi non è importante quello che stanno dicendo.
- Se non hai nulla di carino da dire…Si tratta di una regola un po’ fuori moda, ma sempre molto attuale: “se non hai nulla di carino da dire, non dire nulla”. Perciò quando siete ospiti da amici per cena e a tuo figlio non piace il polpettone dei tuoi amici, non c’è nessun bisogno che il bambino esprima questo disappunto a parole. Oppure se siete al supermercato e la signora davanti a voi in cassa ha un cappello vistoso, non serve che dice “questo cappello fa schifo!”. Se dovesse accadere, niente paura. I bambini sono semplicemente sinceri e dicono quello che stanno pensando, hanno solo bisogno del tuo aiuto per capire ciò che in un contesto sociale può essere detto o è meglio evitare di dire.
- Usa una parola chiavePer tutto ciò che è difficile inserire in una categoria precisa, ma che è parte naturale della vita di un bambino — mettere le dita nel naso, ruttare eccetera — puoi semplicemente trovare una parola chiave che consenta a tuo figlio di capire che quella che sta facendo non è la migliore azione possibile in pubblico. Ad esempio la parola “inappropriato” può essere adeguata perché non implica che quella azione sia necessariamente negativa, ma soltanto che non sia adatta a quel contesto.
- Gentilezza e rispettoC’è anche un altro motivo, più ampio, per cui ci preoccupiamo di insegnare le buone maniere ai nostri figli. In questo modo infatti gli proponiamo modelli di gentilezza e di rispetto a cui potersi ispirare. Aiutiamo il bambino a essere consapevole dei bisogni degli altri, lo stimoliamo ad avere attenzione verso le persone che lo circondano e ciò, con la forza dell’abitudine, può andare addirittura oltre le semplici buone maniere. Imparerà ad ascoltare e a capire i bisogni dell’altro e ad aiutarlo quando ne ha bisogno. Essere gentili è come riconoscere che il mondo è pieno di persone e che le nostre azioni hanno delle conseguenze sugli altri. Se saremo in grado di semplificare questo messaggio e renderlo alla portata di un bambino, di viverlo quotidianamente, allora gli staremo dando le basi di cui ha bisogno per essere un adulto ben educato e un individuo compassionevole.