Non è raro avere un bambino iperattivo, soprattutto nella prima infanzia. Occorre quindi imparare a canalizzare la sua energia in alcune attività.
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Un bambino iperattivo non rappresenta affatto un male, soprattutto se ciò accade nei primi anni di vita. Tuttavia, può porre alcuni problemi su come gestirlo. La maggior parte degli adulti, infatti, non dispongono né dello stesso tempo né delle stesse energie dei più piccoli per stare dietro ai ritmi dei loro giochi. Anche per questa ragione è importante che i bambini passino del tempo con i loro coetanei. Ovviamente ciò è sempre un bene per lo sviluppo armonioso dei bimbi, ma vale a maggior ragione quando sono particolarmente vivaci.
Dedicare del tempo ad attività da svolgere con i coetanei, infatti, permette di sviluppare la fantasia e anche di impiegare le proprie energie. Inoltre, se è consigliato per tutti i bambini svolgere un’attività sportiva, il suggerimento vale a maggior ragione per un bambino iperattivo. Lo sport permette infatti di canalizzare l’energia e, allo stesso tempo, di acquisire disciplina e metodo da utilizzare in ciò a cui ci si dedica.
L’iperattività, intesa come patologia e non come semplice ‘energia in eccesso’, è un vero e proprio disturbo del comportamento. I tratti distintivi sono iperattività motoria, impulsività e inattenzione. Spesso associato al deficit d’attenzione, se patologico il disturbo impedisce, o comunque complica, il normale sviluppo sociale e relazionale dei bambini. Le cause non sono sempre le medesime e possono cambiare da soggetto a soggetto. Se, quindi, notate in vostro figlio alcuni sintomi da bambino iperattivo, è importante che ricerchiate con attenzione le cause di questo comportamento.
Come abbiamo detto all’inizio, l’essere molto attivi da piccoli non rappresenta necessariamente un problema. Ma, se si nota che un bambino è più turbolento della media, è bene procedere studiando gli elementi che causano i suoi problemi emozionali. Essi potrebbero riguardare -principalmente- l’ambiente familiare, quello scolastico o quello gioco. Tuttavia, un fattore aggravante della situazione coincide con l’eccessiva inattività durante il tempo libero. I bambini, per mantenere il proprio equilibrio fisico ed emozionale, hanno infatti bisogno di muoversi a sufficienza. Al contrario, molti trascorrono ore e ore davanti alla televisione, attività che non consente di scaricare le energie.
Inoltre, apprendiamo con sorpresa che un ruolo chiave nella gestione dell’iperattività è giocato dall’alimentazione. Alcuni medici sostengono infatti che molti additivi alimentari contribuiscono al peggioramento del comportamento di un bambino iperattivo. Alcuni dei principali additivi chimici in questione sono coloranti, edulcoranti, agenti stabilizzanti e conservanti. Gli esperti suggeriscono quindi di eliminare completamente dalla dieta dei bambini questi additivi, che possono tutti essere sostituiti da equivalenti naturali.
Molti sono i tentativi fatti nella storia per risolvere la questione dell’iperattività infantile. Tradizionalmente, un bambino iperattivo veniva curato con un farmaco chiamato Ritalin. Gli studi e la pratica hanno però dimostrato che gli effetti collaterali superano di gran lunga i benefici, trattandosi di un farmaco dannoso. L’approccio, al contrario, dovrebbe essere molto più olistico e tenere conto della salute del bambino nella sua totalità. A tale scopo, è essenziale che i genitori educhino i propri figli alla gestione delle emozioni.
Ciò non significa che i sentimenti vadano repressi, bensì l’esatto opposto. Le emozioni, soprattutto quelle negative, vanno canalizzate in maniera positiva e costruttiva. Questo risultato può essere ottenuto attraverso alcune attività, tra cui lo sport, la pittura e tutte le forme d’arte. Esistono inoltre abitudini che offrono benefici immediati, come ad esempio insegnare ai piccoli a fare a pezzi giornali o vecchi cuscini per sfogare la rabbia. Insegnare ai propri figli a metabolizzare le emozioni in modo che queste non arrechino danno a se stessi e agli altri dovrebbe costituire parte integrante dell’educazione.
Se questi sono consigli di portata generale, è bene sottolineare che sull’argomento sono stati scritti veri e propri manuali. Vediamo di cosa si tratta.
Uno dei libri più conosciuti sull’argomento si intitola “Largo arrivo io! Manuale di autoaiuto per i bambini iperattivi e i loro genitori”. Il manuale spiega le problematiche affrontate dalla famiglia del bambino iperattivo. Tale situazione causa stress, tensione e affaticamento tanto nel bimbo quanto in chi vive con lui. Il bambino incontra inoltre difficoltà nello stabilire relazione e nello svolgere i compiti quotidiani, scolastici e non, il che gli provoca inevitabilmente frustrazione e qualche forma di depressione. Il piccolo potrebbe sentirsi incapace e dover subire i continui rimproveri degli adulti.
I genitori, dal canto loro, sono duramente provati del comportamento del figlio e questo genere inevitabilmente ansie in loro. Una cura risolutiva contro l’iperattività non esiste, ma si trovano alcune accortezze da impiegare nella vita quotidiana per migliorare la situazione. Il manuale si propone proprio di migliorare, attraverso l’applicazione di alcune strategie della psicologia cognitivo-comportamentale, l’ambiente familiare. I risultati possono apprezzarsi solo se i consigli vengono seguiti con costanza e pazienza.
Altro manuale che tratta la questione del bambino iperattivo è “Mio figlio è senza freni. Guida di sopravvivenza per genitori di bambini iperattivi”, scritto da Martin Kutscher. Il manoscritto si rivolge a quelle famiglie che si trovano a dover gestire una delicata situazione senza, nella maggior parte dei casi, conoscerla a fondo. Tali genitori sono spesso disorientati e non hanno le idee chiare sulle strategie educative da adottare per instaurare un rapporto positivo con il proprio figlio.
Il libro, inoltre, non si limita a fornire consigli. Al contrario, parte da un’analisi approfondita del fenomeno per spiegare le cause biologiche che ne sono alla base. Poi, vengono presi in considerazione i principali problemi che possono affliggere i genitori: disorganizzazione, colpevolizzazione degli altri, incapacità di pianificare. In relazione ad essi, vengono proposte alcune soluzioni: innanzitutto interventi comportamentali con i quali è possibile intervenire sia a casa sia a scuola, poi anche l’effetto e il ruolo di alcuni farmaci. Il libro offre suggerimenti su come instaurare un rapporto costruttivo con il bambino e, allo stesso tempo, assicurargli un buon percorso di studi e una vita soddisfacente.
Se un bambino soffre di iperattività e deficit di attenzione, la scuola sarà l’ambiente in cui tale problematica emergerà con maggiore evidenza. Per tale motivo, qualsiasi atteggiamento adottato da parte degli insegnanti potrà fare la differenza per il bambino iperattivo. Di conseguenza, ogni intervento dovrebbe essere mirato a ridurne i sintomi. Il personale docente dovrebbe essere informato sulla problematica. Infatti, è importante tenere a mente che i bambini che ne soffrono adottano determinati comportamenti perché per loro sono naturali, e non con lo scopo di fare un dispetto a un adulto.
Al contrario, un docente poco informato si sente spesso minacciato dal comportamento bizzarro e poco rispettoso mostrato dal suo allievo. Se si aggiunge il fatto che l’insegnante potrebbe temere per la sicurezza degli altri alunni, aumenteranno le probabilità di adottare un atteggiamento punitivo. Si tratta invece di una reazione da evitare. Purtroppo, gli insegnanti che si ritrovano in classe un bambino affetto da tale disturbo vengono spesso lasciati soli, senza assistenza nello svolgere questo arduo compito.
Esistono comunque anche manuali per gli insegnanti. Inoltre, sono stati progettati eserciziari appositi per i bambini iperattivi, utili a sviluppare la concentrazione e che dovrebbero avere riflessi positivi anche dal punto di vista comportamentale.
Il primo eserciziario a cui facciamo riferimento non si rivolge esclusivamente agli iperattivi, ma a qualsiasi bambino che desideri migliorare la propria capacità di attenzione. Si tratta di una serie di giochi e attività indirizzati a bambini delle classi prima e seconda della scuola primaria. Esiste un primo e un secondo volume dell’opera. Essa parte dal presupposto che una buona concentrazione è imprescindibile per garantire il successo scolastico. Si tratta della capacità di mantenere e controllare l’attenzione nello svolgimento di un compito. I bambini, al giorno d’oggi, sono sottoposti a una molteplicità di stimoli di natura diversa. Ciononostante, continuano a riscontrare problemi nello svolgimento dei compiti scolastici loro assegnati.
Il programma dei due volumi comprende giochi diversificati e attività stimolanti e motivanti. Esso sono studiati per catturare l’attenzione dei bambini e mantenerla. Esso si propone di insegnare loro a rendere il processo di apprendimento più semplice e meno pesante. Dunque, risulta possibile imparare ad essere più attenti senza sforzi, dedicando agli esercii e giochi del manuale anche solo cinque minuti ogni giorno. Il manuale può essere utilizzato sia a scuola, sotto la guida dell’insegnante, sia a casa, con l’aiuto di un genitore.
Un ulteriore manoscritto che fa al caso nostro è intitolato “Scrivere veloci con la tastiera. Nuovo programma di giochi per imparare a digitare con 10 dita” ed è completato da un CD ROM. Il libro spiega che, in un’epoca in cui per scrivere viene impiegata la tastiera molto più della penna, digitare utilizzando le dieci dita e senza guardare i tasti è diventata un’abilità di base. Inoltre, si tratta di una competenza che incrementa la capacità di attenzione e di coordinazione.
Il programma in questione si rivolge principalmente ai bambini e ai più giovani. Si tratta di un percorso di addestramento diviso in dieci tappe, metodico e progressivo. Esso propone moltissimi giochi di destrezza i quali, oltre a risultare divertenti, stimolano una esercitazione prolungata che costringe a fissare lo sguardo sullo schermo anziché sulla tastiera. Il CD ROM registra i risultati e i progressi e apre nuove possibilità a seconda dei successi ottenuti.