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Il latte parzialmente scremato viene così definito in quanto il grasso va eliminato del tutto o soltanto in parte. Ciò si traduce in una percentuale inferiore di carboidrati e di proteine presenti nel latte stesso. Il contenuto di grassi può tuttavia variare a seconda della legislazione dei diversi Paesi in cui si produce. Oltre al conoscere le sue caratteristiche, bisogna anche sapere come diluire ulteriormente il latte parzialmente scremato in modo da farlo bere ai più piccoli.
Le caratteristiche del latte parzialmente scremato
Il latte parzialmente scremato contiene circa l’1,5% di grassi, mentre quello intero il 3,5%. La maggior parte dei nutrienti si trova tuttavia proprio nella parte non grassa del latte e non sarà quindi influenzata dalla scrematura. Inoltre va aggiunto che sia il latte intero che quello parzialmente scremato contengono quantità di proteine, vitamina B2 e B12 e minerali come calcio, fosforo, potassio e iodio. Tuttavia, c’è un’eccezione. Il grasso del latte contiene infatti vitamina A per cui scremandolo parzialmente il suo contenuto diminuirà. A questo punto dopo aver analizzato a fondo la nomenclatura del latte parzialmente scremato, è altresì importante sottolineare che per i bambini la massima diluizione è molto importante in quanto deve essere simile il più possibile a quello materno.
Come diluire il latte parzialmente scremato
Per somministrare ad un bambino del latte povero di grassi, è fondamentale diluirlo ulteriormente anche se si tratta di quello parzialmente scremato. L’operazione non è affatto difficile in quanto bisogna seguire attentamente le istruzioni durante la preparazione. In primis è necessario optare sempre per la stessa marca, poiché in altre le percentuali di grassi e di sostanze nutritive indesiderate possono variare. In secondo luogo bisogna aggiungere dell’acqua fresca non prima di averla fatta bollire. Se tuttavia il latte è del tipo in polvere e non perfettamente sterilizzato, il calore dell’acqua aggiunta lo rende sicuro da bere.
Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la preparazione della formula, il latte non dovrebbe mai essere più freddo di 70 gradi quando si aggiunge un certo quantitativo di acqua. Premesso ciò, una volta raffreddato si può aggiungere l’acqua bollita e somministrarlo al bambino con la certezza di metterlo al riparo da qualsiasi rischio di infezione da batteri presenti in entrambi i liquidi non bolliti. A margine è altresì importante sottolineare che per ottimizzare il risultato conviene nel caso dei bambini optare per dell’acqua speciale formulata proprio per loro.
Monitorare la diluizione del latte
A questo punto, dopo aver diluito il latte utilizzandone soltanto il 30% per i primi 10 giorni, è possibile verificare se il bambino reagisce bene al dosaggio e magari per un altro periodo successivo aumentare la suddetta percentuale. Se tutto procede bene, è possibile anche incrementare l’uso del latte fino al 50% quindi aggiungendo giusto metà acqua. A margine va detto che se il bambino risponde positivamente a questo aumento della dose di latte, la procedura man mano può essere portata fino al 70% e persino al 100% quando raggiunge l’età adolescenziale. Grazie a queste accortezze si evitano possibili allergie e soprattutto l’eccessiva somministrazione di sali e minerali che spesso causano disturbi digestivi.