La melatonina è una sostanza che sempre più spesso i genitori utilizzano quando i bambini non riescono a dormire correttamente. Come si assume?
Per molti genitori con figli piccoli, il temutissimo momento delle famigerate “nottatacce” si trasforma spesso in traumatica abitudine. I piccoli faticano a prender sonno, rimangono attivi, agitandosi e piangendo fino all’alba. Così come gli adulti, anche i neonati patiscono per mancanza di ore di riposo notturno regolari. La preoccupazione dei genitori verso questa carenza li spinge a rivolgersi con preoccupazione ai pediatri, richiedendo a gran voce la melatonina. Ricorrere a questo rimedio, tuttavia, è una pratica che divide. Cos’è la melatonina e come si somministra ai neonati?
Probabilmente non tutti sanno che la melatonina è una sostanza naturale e che è prodotta dal nostro organismo. Si tratta di un ormone rilasciato dalla ghiandola pineale, addetto alla regolazione dei nostri ritmi circadiani di sonno e veglia. È possibile trovarla anche in diversi tipi di alimenti come avena, mandorle, mais e frutta varia. Una volta entrata in circolo nell’organismo, la melatonina viene sintetizzata da uno specifico aminoacido, il triptofano, anch’esso contenuto nel cibo. Normalmente questa sostanza viene prodotta dal bambino dopo i primi tre mesi di vita (prima della nascita si appoggiava alla produzione della madre).
Non c’è, quindi, alcun rischio di tossicità insito nella melatonina. Molti pediatri, in casi di evidente difficoltà nell’addormentamento del neonato la prescrivono immediatamente. La formula ideale è quella di integratori in gocce per assunzione orale, di facile somministrazione a differenza delle pastiglie, idonee per bambini più grandi. I dosaggi possono variare da uno 1 a 3 mg, assunti mezz’ora prima della nanna. Nessuna controindicazione, quindi, ed evidenti benefici, soprattutto neurofisiologici: i risvegli notturni vengono azzerati, la fase di addormentamento viene agevolata, con grande sollievo di bimbi e genitori. Tuttavia un eccessivo utilizzo della melatonina, per quanto possa essere consigliata in casi specifici, potrebbe comportare degli effetti negativi.
Pur essendo una sostanza totalmente naturale, non bisogna sottovalutarne gli effetti negativi derivanti da un uso prolungato. La creazione di cattive abitudini nei neonati rischia di impiantarsi a fondo, intrappolandoli in un circolo vizioso. L’assunzione di melatonina viene, generalmente, consigliata per periodi di tre mesi. Un’esposizione più prolungata porterebbe il bambino ad associare meccanicamente la sostanza al rituale più efficace per addormentarsi, sostituendo tutti quelli più genuini che i genitori adottano di solito, come il canto di una ninna nanna o il racconto di una fiaba. Molto meglio insistere con strategie di questo tipo, prima di ricorrere alle gocce, per evitare vizi futuri. Come spesso riscontrato, l’efficacia della melatonina è superiore se coadiuvata da un efficace igiene del sonno.
Cosa s’intende con questo concetto e perché è così importante ai fini di un corretto addormentamento del bimbo? Ogni neonato possiede caratteristiche che lo rendono unico. Anche il modo in cui approccia il dormire è regolato da meccanismi a sé stanti. Nei primi mesi di vita persino la più piccola variazione nei ritmi del piccolo può avere ripercussioni sulla facilità o meno di addormentarsi. Gli esempi sono molti e non sempre è facile distinguere cosa abbia potuto influire o meno sulla veglia notturna. Tra gli accorgimenti da tenere in maggior considerazione abbiamo l’alimentazione, da effettuare a intervalli ben scanditi nell’arco della giornata. Controproducenti sono anche i pisolini, specialmente quelli a ridosso del sonno vero e proprio. Ci sono altri fattori che sono stati presi in considerazione, compresa una più alta propensione dei bambini allattati al seno ad addormentarsi difficoltosamente rispetto a quelli alimentati con latte artificiale.
È fondamentale, quindi, che i genitori si sforzino di individuare e rispettare il più possibile i ritmi del bambino, favorendo una corretta igiene del sonno, almeno fino ai 6 mesi, quando i meccanismi di addormentamento si faranno maggiormente strutturati. In sintesi possiamo sostenere che la melatonina, se adottata in collaborazione con rituali di igiene del sonno, può risultare un valido e utile alleato. L’importante è somministrarla in stretto accordo con il pediatra, curandosi di non sostituirla alla buona fiaba della buona notte.