Come curare la prolattina alta e combattere la stanchezza

Ecco alcune informazioni essenziali per combattere la stanchezza e i sintomi della prolattina alta

Prima di concentrarci sul quadro clinico tipico della prolattina alta, dobbiamo fare un passo indietro e spiegare in cosa consiste la prolattina stessa. Si tratta di un ormone che viene prodotto dall’ipofisi, una importante ghiandola localizzata all’altezza del cranio. L’ormone viene prodotto sia dalle donne che dagli uomini, ma per le prime esso assume funzioni aggiuntive rispetto alla controparte maschile.



La funzione più caratteristica in questo senso è quella di stimolare, dopo un parto, la produzione di latte nelle ghiandole mammarie agendo, dal punto di vista chimico, come proteina. Per il resto, i compiti dell’ormone in questione consistono nella regolazione del comportamento -in particolar modo quello sessuale-, del ciclo mestruale, del metabolismo, del sistema immunitario e nel contributo per la maturazione della ghiandola mammaria, ovvero quella del seno.

Prolattina alta

Ma cosa significa, allora, che i livelli di prolattina appaiono alti? Di norma, la sua concentrazione è tenuta sotto controllo da un altro ormone, la dopamina, che ne inibisce la produzione, dunque si trova nel sangue solo in piccole quantità. I livelli di prolattina aumentano invece esponenzialmente durante la gravidanza, al duplice scopo di inibire il ciclo mestruale e di preparare il corpo della donna alla produzione di latte. L’eccessiva presenza dell’ormone in questione nel sangue costituisce un disturbo, chiamato iperprolattinemia.

Esso colpisce soprattutto le donne in età fertile con bassi livelli di FSH e ciclo mestruale assente, dove è responsabile di circa tre casi su dieci. Comunque, il disturbo può altresì interessare sia uomini sia altre categorie di donne, comprese quelle che non si trovano in gravidanza. Il caso opposto, ovvero quello di ipoprolattinemia, è a sua volta possibile, ma molto raro e riguarda solo quei soggetti la cui ipofisi versa in uno stato di ridotta funzionalità.

Normalmente, l’eccessiva produzione di prolattina è legata alla presenza di un tumore benigno. Esso prende il nome di prolattinoma e colpisce l’ipofisi. Si tratta di un disturbo maggiormente diffuso tra la popolazione femminile e che solo raramente interessa i bambini. Tuttavia, gli elevati livelli di ormone in questione possono trovare molteplici altre cause. I tumori dell’ipofisi, seppur molto piccoli, da soli risultano responsabili di circa il 30% dei casi di iperprolattinemia.

Possono essere causa del male anche l’ipotiroidismo (tiroide che funziona meno del normale), disturbi del sonno (durante il sonno i livelli di prolattina risultano massimi), stress, esercizio fisico, stimolazione eccessiva dei capezzoli. Si uniscono anche ragioni legate all’alimentazione (il consumo di alcuni specifici alimenti), disturbi renali o epatici cronici, irritazioni della gabbia toracica (che possono essere provocate semplicemente da un reggiseno troppo stretto ma anche dal fuoco di Sant’Antonio o da cicatrici chirurgiche). Infine, la prolattina alta può essere conseguenza dell’impiego di alcuni prodotti, tra cui alcuni erboristici (trifoglio rosso, semi di finocchio, fieno greco) ma soprattutto farmaci: antidolorifici oppiacei, antipsicotici, antidepressivi, estrogeni per il trattamenti di sintomi della menopausa, farmaci per il controllo della pressione, antinausea e procinetici, farmaci per l’ulcera.

Prolattina alta rimedi

Esistono rimedi in grado di porre fine al problema? Dipende dal caso. Quando i soggetti affetti non presentano sintomi, normalmente non si procede con una terapia, ma si attende che la problematica si risolva da sé. Se invece gli alti livelli di prolattina sono accompagnati da un quadro sintomatico, la terapia dipende dalla causa del problema. In particolare, in caso di prolattinoma la terapia preferenziale risulta essere quella farmacologica. Questa avviene a base di bromocriptina o, più frequentemente, cabergolina.

Il trattamento dura almeno due anni e la dose di farmaci viene calibrata per far rientrare i valori nella norma. Spesso, quando interviene una gravidanza, la terapia dovrà essere sospesa. Nel caso di iperprolattinemia farmaco-indotta, ovvero provata da farmaci assunti dal paziente, la soluzione consisterà ovviamente nel trovare una terapia alternativa. In caso di ipotiroidismo, la terapia punterà a supportare la funzione della tiroide stessa.

Stanchezza

Uno dei principali sintomi della prolattina alta risiede nella stanchezza, comune ai due sessi. Tuttavia, non si tratta di un sintomo specifico, bensì generico, ovvero associato a una molteplicità di patologie e spesso anche a nessuna. Dunque, è necessario prestare attenzione anche al resto del quadro sintomatico. I sintomi differiscono in parte tra donne e uomini.

Per le donne, i lavori alti possono causare irregolarità del ciclo mestruale, oligomenorrea, secchezza vaginale, galattorrea (produzione di latte oltre il post-parto), in casi estremi cessazione completa del ciclo mestruale. Per gli uomini, invece, l’iperprolattinemia può provocare problemi di infertilità, impotenza, riduzione della libido, galattorrea (produzione di latte), diminuzione della quantità di peli, ginecomastia (eccessivo sviluppo della mammella) e infine riduzione della massa muscolare.

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