La parotite, nota anche con il nome di orecchioni, fa parte del gruppo delle malattie esantematiche più diffuse tra i bambini, si caratterizza per l’ingrossamento delle ghiandole che producono la saliva collocate al di sotto delle orecchie, il viso si deforma e si allarga nella zona della mandibola e semplici gesti, come masticare e deglutire, diventano molto dolorosi.
Gli altri sintomi che accompagnano la parotite sono febbre alta, nausea, vomito, mal di testa, torcicollo e, in rari casi, ci possono essere gravi complicazioni, come la meningite, la pancreatite e negli adulti si può manifestare anche l’orchite, vale a dire l’ingrossamento dei testicoli a seguito di un processo flogistico che, se molto esteso, può portare alla sterilità. Siccome la malattia è provocata da un virus, non è necessario somministrare antibiotici, ma per curare la parotite si usano semplicemente farmaci a base di paracetamolo, che hanno un funzione antipiretica, cioè abbassano la temperatura corporea e, pertanto, riducono la febbre. I più comuni antipiretici sono la Tachipirina e Efferalgan, oppure i pediatri prescrivono degli antinfiammatori a base di ibuprofene, che alleviano il dolore e l’infiammazione delle ghiandole. Come per gli antipiretici, anche per gli antinfiammatori è necessario attenersi alle indicazioni mediche per il dosaggio giornaliero previsto per i bambini.
Una raccomandazione importante è: non dare ai bambini affetti da parotite l’aspirina e altri farmaci il cui principio attivo è l’acido acetilsalicilico, perché possono provocare la Sindrome di Reye, che causa pericolose infiammazioni del fegato e del cervello. Inoltre è meglio evitare di far bere succhi di frutta che contengono sostanze acide, ad esempio il succo di arancia e di pompelmo, perché rendono più acuto il dolore, è opportuno preferire acqua e bevande prive di caffeina e di teina e scegliere alimenti di consistenza morbida che non richiedono un particolare sforzo di masticazione.