In questo articolo troverete le preziose esperienze di due neogenitori che hanno vissuto questo periodo così delicato.
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Nessuno rimane incinta immaginando di iniziare la vita del proprio figlio con un ricovero in terapia intensiva neonatale, ma succede anche alle persone migliori. Che il ricovero sia dovuto a una condizione nota o a qualcosa che sorprende i medici alla nascita, non è mai facile per i genitori. È una montagna russa piena di emozioni e di stress fino a quando il bambino non torna a casa.
In questo articolo troverete le preziose esperienze di due neogenitori che hanno vissuto questo periodo così delicato.
“La paura è un’amica sempre presente quando il bambino è in terapia intensiva neonatale. Ogni volta che si varca la soglia, si ha paura che qualcosa sia andato storto nel breve tempo in cui si è lasciato il proprio figlio. Dovete abbandonarvi all’esperienza. Dovete affidare la vostra vita e quella di vostro figlio a Dio. Chiunque consideri il potere superiore è in definitiva colui che ha il controllo”. – Giovanni
“Una delle cose più difficili dell’avere un bambino in Terapia Intensiva Neonatale è andarsene; il giorno in cui ho dovuto salire su un’auto ed essere portata via dalla mia piccola bambina, che stava lottando per la sua vita, mi ha assolutamente straziato. L’unica cosa che mi ha confortato è stato sapere quanto fosse straordinario il personale dell’ospedale. Le infermiere della terapia intensiva neonatale amano davvero i bambini”. – Giulia
“Il mio consiglio migliore è di prendersi cura di se stessi. Prendetevi il tempo per fare la doccia, per mangiare e, soprattutto, per dormire. Il vostro bambino è in terapia intensiva neonatale. Vostro figlio è nelle mani migliori e più capaci che la professione medica abbia. Ci vuole un cuore enorme per lavorare in Terapia Intensiva Neonatale e ogni membro del personale è lì perché vuole che il vostro bambino cresca. … Buttate via il telefono. Non siete il dottor Google. Fidatevi del neonatologo perché lo fa ogni giorno. Una ricerca di un’ora su Google non è all’altezza di una scuola di medicina e di anni di esperienza”. – Giovanni
“Ho letto a mia figlia Lo Hobbit da cima a fondo. Mentre leggevo, facevo la voce di ogni personaggio meglio che potevo. Un momento bellissimo è avvenuto tra noi quando è apparso il drago Smaug. Lei si coprì le orecchie quasi come se potesse sentire la minaccia nella sua voce, nella mia voce. Ho letto molti altri libri durante i mesi in cui mia figlia era in terapia intensiva neonatale, ma quel momento è rimasto impresso nel mio cuore”. – Giovanni
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