Vorreste abituare il bambino a dormire da solo fin dai primi mesi? Ecco le principali scuole di pensiero e consigli utili per un sonno regolare.
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Dormire le giuste ore e con regolarità è una premessa imprescindibile per garantire un buon stato di salute, sia nei bambini che negli adulti. Per questo motivo è importante abituare i propri figli ad avere un’esperienza positiva con il momento della nanna fin dalla nascita. Molti genitori, tuttavia, affrontano pianti e proteste al momento della messa a letto e sono spesso reduci da notti insonni a causa dei risvegli ricorrenti. Come abituare il bambino a dormire da solo? Esistono diverse scuole di pensiero e approcci differenti. In questo articolo spiegheremo le teorie che hanno ottenuto più consensi e risultati.
Quante volte abbiamo invidiato l’amica neomamma che riferiva di lunghe notti riposanti accanto al proprio bambino che, a differenza del nostro, dormiva per ore e ore di fila senza emettere un verso?
I bambini non sono tutti uguali, questo è un dato di fatto. E vale anche per la nanna: c’è il bambino più tranquillo e angelico che dorme da subito tutta la notte, come anche il neonato nervoso che fatica ad addormentarsi oppure il bambino molto sensibile, che si sveglia al primo rumore. Alcune fasi di crescita possono altresì influire sulla qualità del sonno, ad esempio quando spuntano i primi dentini.
Tutti però, appena nati, hanno un unico grande strumento per farsi capire: il pianto. La prima cosa da fare è quindi proprio quella di mettersi in ascolto e osservare il proprio figlio per capire di cosa ha bisogno.
Sul fronte della nanna, tuttavia, mamma e papà possono fare molto per agevolare un comportamente non sempre facile da apprendere e spesso fonte di frustrazione famigliare, nella trepidante attesa che il bambino si abitui a dormire da solo.
Se durante i primi mesi di allattamento è normale che il neonato si svegli anche più volte per mangiare, a partire circa dal sesto mese, gli orari dovrebbero a poco a poco regolarizzarsi.
L’OMS raccomanda un certo numero di ore di sonno nell’arco delle 24 ore, per i bambini al di sotto dei 5 anni, per permettere un buono stato di salute:
Ma come si può abituare il bambino a dormire da solo se ogni volta che lo mettiamo nella culla cominciano pianti, urla e richieste di stare in braccio o a contatto con la mamma?
Ci sono due grandi scuole di pensiero rispetto al miglior metodo per abituare il bambino a dormire da solo.
Secondo la teoria del co-sleeping, i bambini possono dormire nel lettone insieme ai genitori finché non siano loro stessi a richiedere un letto tutto loro. I sostenitori del co-sleeping fanno leva sull’esperienza positiva del sonno comune, che include coccole, senso di sicurezza e sviluppo di un legame stretto con la mamma e il papà.
Alcuni pediatri ed esperti di settore sconsigliano però la pratica del co-sleeping per i rischi legati al soffocamento accidentale del bambino. Così come molti genitori, che accolgono rassegnati i figli nel proprio letto, finiscono per non dormire proprio per il timore di schiacciare il piccolo o per i numerosi movimenti nel sonno del bimbo.
L’approccio della “risposta ritardata” prevede invece che i genitori portino il bambino nella culla quando è ancora sveglio per abituarlo a dormire da solo. Se il bambino protesta, lo si lascia piangere per intervalli sempre più lunghi: cinque minuti la prima notte, dieci la successiva, quindici quella dopo e così via, finché non impara ad addormentarsi da solo.
L’obiezione più comune a questo tipo di approccio è che al bambino non fa bene piangere per periodi prolungati e che potrebbe diventare un’esperienza traumatica, legata al senso di abbandono. Entrambi i metodi hanno sicuramente degli aspetti positivi e per alcuni sono risultati efficaci. Per coloro che però non hanno trovato una risposta in entrambi gli approcci, esiste una terza via, quella del “sonno ragionevole”.
L’approccio del sonno ragionevole viene spiegato da Tracy Hogg, puericultrice e consulente, nel suo famoso libro “Il linguaggio segreto dei neonati” nel capitolo dedicato al sonno. L’autrice promette che il metodo avrà efficacia nella misura in cui coinvolgerà l’intera famiglia, rispettando i bisogni di tutti: i bambini di addormentarsi ricevendo il conforto necessario, e i genitori di avere un riposo adeguato.
Ecco 8 consigli per abituare il bambino a dormire da solo:
L’autrice conclude il capitolo sonno con un ultimo importante consiglio. Se è vero che alcuni bambini dormono effettivamente meglio di altri, i genitori preoccupati per il sonno dei propri figli devono ricordarsi soprattutto di una cosa: qualunque sia il problema, non durerà in eterno.