Il ciuccio. Un oggetto piccolo, diffusissimo ma capace di creare contrasti. Va utilizzato o meno? La questione ha creato una vera e propria spaccatura. Da un lato chi lo ritiene un ausilio indispensabile, dall’altro chi lo critica e lo osteggia, temendone problemi derivanti dall’abuso. E se la verità stesse nel mezzo? Spesso è così, ma ogni problema richiede un’analisi specifica. Vediamo di fare chiarezza.
Il ciuccio: l’alleato nell’assecondare e nel prevenire
Quello che si può sostenere con certezza è che il ciuccio non va evitato. Dopotutto il bisogno di suzione è istintivo, un rimasuglio primordiale della nostra affettività animale. Il piccolo succhia in cerca di nutrimento, lo fa persino prima di uscire dal grembo materno, come dimostrato anche da svariate ecografie. Una volta inserito nel contesto della realtà esterna, l’azione verrà ripetuta sempre più frequentemente. La prima conoscenza del mondo passa anche dalla bocca. Abituare il bambino al ciuccio non ha, in sé, alcunché di sbagliato. Al contrario, non rappresenta altro che un assecondamento del suo spontaneo suggere che, con il tempo, conduce a dei veri e propri benefici.
I pediatri, infatti, consigliano caldamente l’uso del ciuccio ogni qualvolta il bimbo si ritrovi ad affrontare situazioni di difficoltà o stress. Nel piccolo oggetto di gomma scoprirà una perfetta valvola di sfogo, una consolazione per sopperire alla mancanza della madre, una rassicurazione quando sentirà bisogno di protezione.
La somministrazione del succhietto deve, però, rispettare dei precisi periodi di sviluppo. L’ideale è proporlo ad allattamento avviato (all’incirca 4-6 settimane), evitando di inserire un elemento potenzialmente disturbante, vista la somiglianza con il capezzolo materno. Molto indicato, invece, per i neonati pretermine: abituati alla nutrizione tramite sondino naso-gastrico, con l’aiuto del ciuccio si stimola favorevolmente l’istinto di suzione al seno materno.
Altro pro da non sottovalutare è il contributo del ciuccio nella riduzione del rischio di apnea notturna. Il ministero della salute, a tal proposito, ne ha consigliato l’utilizzo, nel tentativo di prevenire drammatiche evenienze come la morte prematura, nota anche come SIDS. In molti, inoltre, temono che il succhietto, possa deformare l’arcata dentale del piccolo. Questo timore non è, tuttavia, sostenuto da alcuno studio scientifico, per lo meno fino ai 24 mesi di vita. In realtà, la suzione del dito può arrecare danni potenzialmente maggiori, vista la dura consistenza e la pressione esercitata sul palato. Sebbene i vantaggi siano molti e comprovati, non sono da escludere gli aspetti negativi che possono derivare dall’abuso di questo oggetto.
Il ciuccio: gli effetti negativi
Come in tutte le cose, l’estremizzazione non porta mai a conseguenze positive. L’utilizzo del ciuccio non è esente da questa regola. I pediatri consigliano di monitorarne e dosarne l’utilizzo. I benefici psicosomatici riscontrati nei primi mesi d’età con il passare del tempo sono destinati a svanire, addirittura a degenerare. È un grave errore fornire il succhietto come rimedio per le situazioni di difficile gestione comportamentale. Le incomprensioni tra genitore e figlio resterebbero irrisolte, con il primo troppo frettolosamente concentrato ad ammansire e il secondo, assuefatto alla suzione, abbandonato all’incomprensione delle proprie esigenze. In generale si consiglia di non prolungare l’utilizzo del ciuccio oltre i 2 anni, riducendone gradualmente l’utilizzo già dai 18 mesi.
Restando in tema di cattive abitudini, una delle più deleterie è quella di intingere il succhietto nello zucchero o in sostanze dolcificanti. L’intento potrebbe sembrare positivo, come una sorta di indoramento della pillola. In realtà il danno è profondo, poiché l’esposizione precoce a sostanze dolci risulterebbe nocivo per la salute dentale. Il prolungamento di utilizzo nel tempo porta con sé altre controindicazioni legate ai denti. Il rischio di disallineamento e malocclusione può concretizzarsi con facilità, provocando ripercussioni negative e aggravate sulla deglutizione e il respiro. Perché la buona abitudine si trasformi in vizio il passo è breve. L’attenzione del genitore deve sempre mantenersi ad alti livelli. Il ciuccio può essere un utile alleato ma gli aspetti negativi non vanno sottovalutati, poiché il tempo radica le cattive abitudini, che diventano molto arcigne da rimuovere. In fin dei conti, anche per il ciuccio, il segreto sta nel trovare il giusto equilibrio.