Sfortunatamente non tutte le coppie possono avere un figlio attraverso un semplice rapporto sessuale. Negli ultimi anni, però, sono state sviluppate numerose tecniche artificiali per permettere comunque di avere figli anche in presenza di problemi di sterilità o di pigrizia degli spermatozooi o degli ovuli. Tra queste c’è la fecondazione in vitro, o FIVET, una tecnica di laboratorio che consente l’inseminazione di un ovulo tramite l’inseminazione dello spermatozoo direttamente all’interno.
Si usano dei farmaci che stimolano una maggiore produzione di ovuli nella donna, in modo da raccogliere numerose possibilità di fecondazione. A questo punto si monitora la paziente con ecografie e si aspetta il momento in cui i follicoli sono maturi (quando cioè si trovano tra i 16 e i 18 mm di diametro), e a questo punto si estraggono gli ovuli. Il prelievo degli ovuli viene fatto tramite aspirazione attraverso un ago che viene immesso tramite ecografia endoscopica in sala operatoria. L’operazione dura circa un quarto d’ora, e non prevede un ricovero. Il tutto viene poi mandato in laboratorio dove verranno fatte le analisi opportune, se tutto è in salute, verrà iniettato lo spermatozoo donato dall’uomo. A questo punto un certo numero di embrioni, scelti in base all’età e alle caratteristiche della paziente (raramente sono più di 2), verrà reimpiantato nell’utero della donna con una cannula di plastica tramite il cosiddetto “orificio cervicale”, sempre tramite ecografia.
Gli ormoni che non vengono reimpiantati, vengono “criopreservati”, cioè conservati nella banca degli embrioni qualora questo tentativo non dovesse avere successo.