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Il dolore ai capezzoli o, più generalmente, al seno risulta in disturbo alquanto diffuso. Può manifestarsi sia nelle donne che negli uomini ma, ovviamente, è più consistente nel primo caso, date le maggiori funzioni svolte dalle mammelle femminili. Si tratta dunque di un disturbo considerato come emblematico della donna. Si tratta di un sintomo estremamente soggettivo, che può variare da una semplice tensione mammaria sino a un dolore intenso, acuto e penetrante che potrebbe persino sfociare, nei casi più drammatici, in un tumore maligno.
La natura e la gravità del dolore, comunque, non dipende unicamente dall’intensità dello stesso ma anche, e forse in misura maggiore, dalla sensibilità della paziente. Il dolore al seno, anche quando non appare di per sé invalidante, preoccupa molto le donne che lo subiscono, spesso anche in misura eccessiva. Ciò accade appunto perché a questo sintomo, che può corrispondere a uno spettro davvero ampio e variegato di disturbi, si associa istintivamente lo scenario più catastrofico, quello del cancro.
Dolore al seno
Il nome scientifico del dolore al seno è mastodinia. Come accennavamo si tratta di una condizione tanto diffusa tra le donne quanto fonte di preoccupazione per le stesse, a volte ingiustificatamente. Addirittura metà delle visite senologiche, infatti, viene richiesta proprio in ragione di un generico dolore alle mammelle. Il grado di variabilità di tale disturbo è alquanto ampio, spaziando da una generica tensione del petto a un dolore intenso e penetrante.
Per una maggiore tranquillità psicologica e per il proprio benessere fisico, si consiglia sempre una visita da uno specialista. Lei o lui, infatti, sarà in grado di restituire la serenità alla paziente afflitta da patologie e di condurre quella che, invece, presenta un problema nella strada della terapia più adeguata. Il dolore al seno, in ogni caso, non si presenta necessariamente in forma continuativa. Al contrario, molte volta esso si manifesta in maniera intermittente oppure ciclica, soprattutto se legato ai cambiamenti ormonali che regolano il ciclo mestruale.
Le cause che originano il dolore al seno sono dunque disparate. Vediamone alcune. Lo scenario più catastrofico, come accennavamo, consiste nell’eventualità di un tumore al seno. Questo tipo di mastodinia patologica risulta comunque molta rara poiché normalmente le neoplasie (tumore) non si manifestano tramite questo sintomo. Si stima che il tumore al seno sia la causa dello 0,5% dei dolori localizzati in quest’area. Il dolore localizzato sotto al seno che si irradia verso la gabbia toracica potrebbe invece dipendere da malattie ossee, muscolari o reumatiche. Esiste poi un ulteriore tipo di dolore al seno, ovvero quelle che dipende da una infezione da Herpes zoster. In questo caso il malessere può risultare davvero molto doloroso e viene accompagnato da una eruzione cutanea estremamente evidente, caratterizzata dalla presenza di bolle.
Per individuare precocemente alcune neoplasie, diventa cruciale una tempestiva auto-diagnosi. Questa non può sostituire una visita presso uno specialista, ma si rivela comunque utile nell’attesa. Inoltre, le tecniche che descriviamo di seguito dovrebbero essere applicate sempre, e non esclusivamente in caso di dolore ai capezzoli o al seno. Ci riferiamo dell’osservazione e auto-palpazione delle mammelle, strumenti indispensabili per rilevare eventuali anomalie nelle stesse. L’osservazione riguarda soprattutto la forma e le dimensioni del seno.
Quando la forma della mammella non risulta alterata e i capezzoli si mostrano naturalmente sporgenti, l’origine del dolore deve essere considerata benigna. Un consulto medico dovrebbe essere invece richiesto al più presto quando tali condizioni risultano alterate. In particolare, se la pelle del seno assume un colore insolito e i capezzoli presentano rientranze e secernono, dopo essere stati leggermente spremuti, un liquido di colore tra il giallastro e il lattiginoso, potrebbe essere in corso una condizione patologica. L’auto-palpazione consiste in una tecnica di più complicato apprendimento, che comunque ogni donna dovrebbe farsi insegnare dal proprio ginecologo. Essa dovrebbe essere eseguita una volta al mese, anche in assenza di dolore o altri sintomi, a scopo preventivo. Essa consente di rilevare subiti cambiamenti anomali nella forma e nelle dimensioni delle mammelle, nonché di riconoscere eventuali noduli sospetti.
Dolore ai capezzoli prima del ciclo
Abbiamo accennato al fatto che il dolore ai capezzoli, e più generalmente quello al seno, può essere legato ai cambiamenti ormonali tipici del ciclo mestruale. Si tratta della forma di mastodinia in assoluto più diffusa. Può assumere diverse caratteristica e differenti intensità. Pur non trattandosi di una condizione patologica può diventare, in alcuni casi, fastidioso e doloroso tanto da risultare invalidante. Come tale, il problema va risolto con l’aiuto di uno specialista. Se, al contrario, si avverte solo una leggera tensione mammaria che non crea disagi, una volta appurata la sua origine ormonale non occorre preoccuparsi, ma solo attendere che passi.
Il fastidio, in questi casi, si presenta ciclicamente e in genere precede l’arrivo delle mestruazioni di un lasso di tempo compreso tra i cinque e i dieci giorni. In questo caso, il dolore riguarda normalmente, pur con alcune eccezioni entrambe le mammelle. La sensazione dolorosa tende a sfumare mano a mano che il flusso mestruale diminuisce a sua volta. Dunque, se il dolore al seno segue la ciclicità e non è accompagnato da cambiamenti nella dimensione, forma e consistenza delle mammelle né dalla formazione di noduli mammari o ascellari permanenti, l’interpretazione più immediata risulta anche la più fisiologica e la meno preoccupante.
Al contrario occorre rivolgersi a un medico se i sintomi descritti variano rispetto a questa base. In particolare, se in qualsiasi zona del seno si presentano addensamenti che non accennano a sparire con l’avanzare del mestruo, se la mammella subisce variazioni in quanto a forma e dimensione, se il capezzolo risulta retratto o se il dolore non segue una ciclicità, esso deve rappresentare un campanello d’allarme. Individuare la causa scatenante e procedere in base a questo è possibile solo dopo essersi sottoposte a una visita presso uno specialista. Questa deve comprendere una palpazione del seno e una mammografia per stabilire con certezza l’origine del dolore. La mammografia suddetta, insieme alle visite di controllo, è sempre consigliata di routine, quindi anche in assenza di dolore o altri sintomi, dopo i quaranta anni di età. Molte anomalie al seno, infatti, possono comparire in maniera asintomatica.
Dolore ai capezzoli in gravidanza
Il dolore ai capezzoli e il fastidio alle mammelle può anche presentarsi, più spesso che in altri momenti, durante la gravidanza. Esso inoltre può proseguire nei primi mesi dopo il parto, stimolato ulteriormente dall’eventuale allattamento al seno, ma non solo. Infatti il fastidio al seno rappresenta uno dei sintomi più caratteristici della gestazione. Esso si presenta normalmente già dai primi giorni dopo il concepimento quando mediamente una donna non sa ancora di essere incinta. Il seno tende infatti già a ingrossarsi, con conseguente tensione della pelle e sensazione dolorosa. I dolori e i fastidi in questione interessano anche i capezzoli.
Questi ultimi, insieme al seno, subiscono mutamenti sostanziali ed eventi a partire dalle prime settimane di gravidanza. Il seno, come dicevamo, si ingrossa. Allo stesso tempo i tubercoli di Montgomery, piccoli noduli collocati sull’areola che circonda il capezzolo, diventano a loro volta più grandi. Ciò contribuisce ai mutamenti che intervengono nei capezzoli stessi, i quali diventano più prorompenti e scuri. Nel corso del secondo e del terzo trimestre, poi, fastidi e pruriti colpiranno in misura ancora maggiore i capezzoli. Durante questo lasso di tempo, essi muteranno ancora e, in particolare nell’ultimo trimestre di gravidanza, diventeranno ancora più grossi e più scuri per prepararsi all’eventualità dell’allattamento al seno.
Migliori rimedi
Esistono alcuni rimedi, naturali e non, per attenuare o eliminare il dolore ai capezzoli e quello alle mammelle. Quando il dolore è fisiologico, ovvero legato ai cambiamenti ormonali che intervengono nel corso della gravidanza o a causa del ciclo mestruale, non esistono rimedi che agiscano sull’origine del male perché essa risulta, appunto, naturale. Ciò non toglie che il dolore percepito possa essere comunque attenuato. In gravidanza si possono impiegare oli e creme lenitive appositamente studiate. Inoltre, durante tutti i nove mesi di gestazione sarebbe bene applicare regolarmente prodotti idratanti, utili anche per prevenire la formazione di smagliature. Per i dolori al seno tipici del ciclo, si consiglia invece di applicare impacchi caldi sulla zona interessata, ovvero sul petto.
Un rimedio generale per attenuare o prevenire il dolore al seno riguarda l’accuratezza nella scelta dei reggiseni da indossare. Essi dovrebbero essere di supporti e preferibilmente in cotone e privi di pizzi e ferretti. Se si svolge un’attività sportiva, si raccomanda di utilizzare nel corso della stessa un reggiseno adeguato. Esso dovrebbe risultare contenitivo e in fibra elastica. Il dolore al seno, in alcuni casi, può anche trovare la propria origine nell’eccessiva eccitazione dell’organismo e nell’elevato livello di stress. A questo proposito, sarebbe meglio limitare il consumo di bevande eccitanti, come caffè e cola, e anche l’ingestione di cioccolato.
Allo stesso tempo, la mancanza di rilassamento potrebbe essere bilanciata tramite specifiche attività, innanzitutto lo yoga e il pilates. Il beneficio che simili attività apportano alla psiche può facilmente ripercuotersi anche sul fisico. Gli stati infiammatori, compresi quelli del seno, possono infine dipendere da una carenza di Omega 3 nell’organismo. Se sospettate questo, soprattutto per chi non mangia pesce, rivolgetevi al medico ed eventualmente integrate questa componente.