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Quali esami fare per diagnosticare infertilità femminile.

Quando una coppia decide di voler mettere al mondo un figlio, potrebbe impiegare del tempo prima di riuscire a concepire e ciò dipende da molti fattori, in particolar modo dall’età della donna che influenza il suo grado di fertilità. In genere le capacità riproduttive femminili si riducono dopo i 30 anni e, mentre una coppia giovane potrebbe riuscire a ottenere una gravidanza nel giro di pochi mesi, una coppia di ultra-trentenni potrebbe impiegare circa un anno.

Se in un anno intero di tentativi mirati la gravidanza non arriva è bene rivolgersi ad un ginecologo perché potrebbero esserci dei problemi di fertilità. Ecco quali sono le cause più frequenti dell’infertilità femminile:

  • problemi di ovulazione, è una condizione molte comune e di solito dipende da una patologia nota come “sindrome dell’ovaio policistico”, che è provocata da disordini ormonali e che spesso si caratterizza per la presenza di cisti su una o su entrambe le ovaie che impediscono loro di funzionare in maniera corretta. Le conseguenze sono la mancanza di ovulazione che si protrae per lungo tempo e che da luogo all’amenorrea, ovvero all’assenza di ciclo mestruale oppure all’oligomenorrea, cioè a cicli molto lunghi, oltre i 35 giorni o a cicli molto corti con mestruazioni che si presentano prima dei 26 giorni. Gli altri sintomi della policistosi ovarica sono l’aumento del peso corporeo e l’irsutismo, ossia la presenza di eccessiva peluria sul corpo. Per diagnosticare l’ovaio policistico bisogna fare un’ecografia pelvica o trans-vaginale e per ripristinare un’ovulazione regolare le pazienti vengono sottoposte a trattamenti farmacologici specifici;
  • cattiva qualità degli ovuli, in genere il deterioramento è dovuto all’avanzare dell’età o a disturbi a carico della ghiandola pituaria, le ovaie potrebbero produrre ovuli ogni mese, ma essi non sono abbastanza buoni da essere fecondati, le possibili soluzioni sono una terapia adeguata che consenta di produrre ovuli di miglior qualità, la fecondazione in vitro oppure il ricorso all’ovodonazione, ovvero alla donazione di ovuli da parte di una donna esterna alla coppia, ma si tratta di una pratica illegale in Italia;
  • ostruzione delle Tube di Falloppio, sono delle cavità che consentono all’ovulo di raggiungere l’utero per essere fecondato, può accadere che una o entrambe le tube siano ostruite a causa di malformazioni congenite, di infezioni come la Clamidia e di altre patologie tra cui la “malattia infiammatoria pelvica”. Si può arrivare ad una soluzione effettuando un esame, l’isterosalpingografia, che consiste nell’iniettare un liquido di contrasto per ispezionare l’interno delle tube e grazie questo intervento è possibile rimuovere del tutto le ostruzioni. Se il problema dipende da malformazioni, il ginecologo valuterà la possibilità di un intervento correttivo, ma si tratta di un’operazione molto delicata e non sempre viene consigliata;
  • endometriosi, è una malattia caratterizzata dalla presenza del tessuto che riveste l’interno dell’utero, l’endometrio, anche in altri organi, cioè sulle ovaie, all’interno delle tube, nella vagina e anche nell’intestino. I sintomi più tipici sono gli spasmi pelvici ricorrenti e le mestruazioni molto dolorose. Questa condizione genera sia danni alle tube che problemi di ovulazione, non è facilmente curabile e le donne che ne sono affette solitamente ricorrono alle tecniche di procreazione assistita per restare incinte.

Quando ci si trova di fronte a disturbi di questo tipo ci si può sentire deluse e scoraggiate, ma conviene farsi forza e affidarsi alle cure di medici competenti che sanno trovare la soluzione giusta per ogni problema, consentendo a molte donne di realizzare il sogno di diventare mamme.

Scritto da Antonietta Zazzara
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