L’acido folico è un valore da tenere controllato durante la gravidanza. I valori di questa vitamina possono essere soggetti ad abbassamenti, sopratutto in gravidanza per il cambiamento del corpo che può subire un’alterazione dell’assorbimento del cibo o essere causa di variazione nella produzione di insulina. L’acido folico è una vitamina, nello specifico fa parte del gruppo delle vitamine B, ed è indispensabile per la formazione di nuove cellule.
Carenza acido folico in gravidanza
Una carenza di acido folico potrebbe non essere necessariamente nota e può essere dovuta da diversi fattori, che ne impediscono l’assorbimento. Le principali cause ad oggi riconosciute sono: l’abuso di alcool, la celiachia, il diabete mellito insulino-dipendente, l’assunzione di alcune tipologie di farmaci e alcune patologie.
L’assunzione di acido folico in gravidanza è fondamentale per evitare malformazioni anche gravi nel feto. Il caso ideale sarebbe quello di, ove si manifestino casi simili a quelli sopra citati, assumere preventivamente l’acido folico nella fase di pre-concepimento.
Si scongiurerebbe praticamente ogni forma di malformazione a livello del tubo neurale, il quale si chiude proprio tra il 17esimo e il 29esimo giorno di gestazione, ovvero quando la madre è ancora inconsapevole della gravidanza in corso. Il tubo neurale è la struttura dalla quale viene a crearsi l’intero sistema nervoso centrale. Quando il tubo neurale presenta difetti si va incontro a problematiche quali: la spina bifida, l’anencefalia e l’encefalocele. La spina bifida è la condizione più ricorrente, per la quale il tubo neurale non si chiude nella parte inferiore.
Tale condizione può essere più o meno grave, può portare a problematiche mentali o fisiche, ad esempio la paralisi degli arti, oppure l’incapacità di controllare organi interni come la vescica e l’intestino, alcuni di questi problemi, se meno gravi, possono essere corretti con interventi chirurgici, nei casi più gravi, come i ritardi mentali, sono irrecuperabili. Le altre due condizioni riguardano la mancata chiusura nella parte superiore e provocano difetti irrecuperabili al cervello, che quasi sicuramente porteranno alla morte del feto prima o poco dopo la nascita.
Integrazione alla dieta
Naturalmente, l’assunzione continuata fino al termine della gestazione riduce ulteriormente problemi di malformazione e favorisce lo sviluppo normale delle nuove cellule. Molte donne decidono di continuarne l’assunzione anche durante la fase di allattamento, in modo da reintegrare il fisico dopo la perdita vitaminica dovuta alla produzione di latte materno. Nell’assunzione dell’acido folico è necessario prendere in considerazione anche l’assunzione di altre vitamine del gruppo B, come la vitamina B12, che aiuta la sintesi del DNA.
Per integrare è essenziale pensare di seguire una dieta idonea, con un giusto quantitativo giornaliero di alimenti che contengono acido folico, come i legumi, le verdure a foglia verde e certi tipi di frutta fresca e secca.
Chiaramente, in gravidanza l’alimentazione non è sufficiente ad integrare tutto il quantitativo di acido folico necessario al corpo, per tale motivo si ricorre all’uso di integratori. Il quantitativo giornaliero necessario ad una donna in stato gravidico è di 0,6 mg al giorno, che è maggiore del fabbisogno di una persona non in gravidanza, la quale necessita di soli 0,4mg/die.
Gli integratori sono facilmente reperibili e possono essere prescritti dal medico di base sotto forma di ricetta, la quale permette solo di pagare il ticket e non il costo intero del farmaco. Durante la fase di allattamento l’integratore deve essere cambiato perché il quantitativo necessario è pari a 0,5 mg al giorno. Una giusta dieta combinata all’assunzione dell’integratore escluderà l’insorgenza di problematiche anche gravi sia per il bambino che per la madre.