Le patologie che colpiscono il cuore vengono chiamate cardiopatie e vengono definite cardiopatie congenite
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Le patologie che colpiscono il cuore vengono chiamate cardiopatie e vengono definite cardiopatie congenite, quando si manifestano sin dalla nascita, o cardiopatie acquisite, quando invece si presentano più avanti. Oggi ci concentreremo sul secondo tipo di cardiopatie e vedremo nel dettaglio i sintomi e i modi migliori per diagnosticare il disturbo.
Esiste una differenza sostanziale quindi tra i due tipi di cardiopatie: quelle congenite sono presenti dal primo istante di vita dell’individuo, mentre quelle acquisite possono manifestarsi successivamente. Nella maggior parte dei casi i soggetti più a rischio di sviluppare una cardiopatia acquisita sono gli adulti che soffrono di diabete, obesità o ipertensione, ma può capitare che questa patologia si sviluppi anche nei primi anni di età del bambino.
Negli adulti le cause possono essere molteplici: un’infezione virale o batterica, insufficienza renale, presenza di tumori, malattie reumatiche o intossicazioni. Per quanto riguarda i più piccoli, tra le cause che possono scatenare la cardiopatia acquisita troviamo la febbre reumatica e la malattia di Kawasaki.
Quest’ultima, anche se molto rara, è una delle cause più comuni del disturbo cardiaco nei bambini tra gli 1 e gli 8 anni, consiste in una vasculite che può interessare le arterie coronariche ed è diagnosticabile attraverso criteri clinici e affidandosi al parere di un esperto che valuterà la situazione effettuando, tra i vari esami, l’ecocardiogramma e l’ECG. La febbre reumatica, invece, è una malattia infiammatoria acuta che interessa cuore, le articolazioni, la cute e il sistema nervoso e che viene diagnosticata principalmente grazie ad analisi del sangue specifiche e all’individuazione di un’infezione da streptococco.
Le cause di una cardiopatia in età pediatrica, tuttavia, possono essere diverse. Per questo motivo è sempre consigliabile rivolgersi al medico di fiducia se notiamo qualcosa che non va nel nostro bambino.
Vediamo adesso quali sono i sintomi che si manifestano più comunemente nel bambino che soffre di cardiopatie acquisite. È bene sottolineare però che a volte queste patologie possono essere asintomatiche o presentare sintomi diversi che variano da individuo a individuo.
Tra i sintomi più comuni troviamo sicuramente l’astenia o, in altre parole, l’affaticamento: fate attenzione quindi se notate che il vostro bimbo si affatica più del normale mentre gioca, corre o fa semplicemente una rampa di scale. Lo stesso vale se il piccolo vi comunica o vi fa capire che soffre di dolori al petto, di palpitazioni o di dispnea, ossia il respiro corto e la sensazione di mancanza d’aria.
Questi sono solo alcuni dei sintomi che potrebbero manifestarsi. Tuttavia, le cardiopatie acquisite possono racchiudere diverse patologie e, di conseguenza, sintomi differenti.
Se dopo aver effettuato tutti gli esami del caso una delle cause scatenanti della cardiopatia risulta essere l’eccessiva ansia o il troppo stress (più rari da riscontrare in un bambino, ma pur sempre possibili), uno dei metodi più validi per migliorare la situazione è la tecnica del biofeedback.
Secondo recenti studi il sistema nervoso autonomo riveste un ruolo importantissimo nelle cardiopatie. Esso controlla tutte quelle funzioni del nostro organismo che non sono controllabili volontariamente e rappresenta un importante elemento per la prognosi di malattie cardiache.
Il Biofeedback è una tecnica terapeutica che sfrutta una strumentazione computerizzata ed elettronica con lo scopo di individuare quali eventi fisiologici risultano stressanti per la persona in esame. Si tratta di una tecnica che non ha controindicazioni e che non prevede l’utilizzo di farmaci. Il suo scopo è quello di allenare l’individuo a controllare l’andamento di questi eventi attraverso segnali visivi o acustici.
I parametri che il biofeedback prende più in esame sono la frequenza cardiaca, la tensione muscolare, la risposta psicogalvanica e la temperatura cutanea, mentre le apparecchiature utilizzate sono un monitor per visualizzare tali parametri, elettrodi di registrazione e la strumentazione necessaria per elaborare i segnali.
È bene sottolineare che il biofeedback non può essere utilizzato come unica cura per le cardiopatie e che quindi, prima di ogni altra cosa, è sempre necessario rivolgersi a uno specialista che saprà indicarvi la terapia più adatta e il percorso da seguire più idoneo alla vostra situazione.