Genitori esasperati dai capricci dei bambini: come gestirli e quali sono gli errori che assolutamente non bisogna fare.
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Pianti, urla, grida disperate, calci, pugni, pizzicotto: i capricci dei più piccoli rappresentano per gli adulti dei comportamenti difficili da capire e gestire. Capricci dei bambini: come gestirli e gli errori che i genitori non devono fare.
Il capriccio non è altro che un canale comunicativo scelto dal bambino per comunicare un suo bisogno: sonno, fame, malessere, bisogno di attenzione vengono talora espressi attraverso “capriccio”. Il capriccio è spesso la modalità attraverso cui i bambini riescono a ottenere nel minor tempo possibile l’attenzione dell’adulto.
Imparare come gestire i capricci dei bambini può sembrare, a volte, un’impresa molto difficile anche per il più pacato dei genitori. Perché un bambino che fa i capricci sfugge a ogni controllo: urla, strepiti, pianti e lacrime, corse e rincorse in luoghi pubblici, magari con mille pericoli intorno. Il senso di frustrazione e di stress di mamma e papà salgono vertiginosamente e, talvolta, vengono sfogati direttamente sui bambini stessi.
I capricci, infatti, si verificano con una frequenza maggiore tra i 2 e 3 anni, e poi nella prima adolescenza. Sono proprio queste, del resto, le due maggiori tappe evolutive in cui l’esigenza di indipendenza si percepisce e manifesta in maniera dirompente. Si tratta di prendere coscienza della volontà di affermare le proprie esigenze e di avere, in una certa misura, gli strumenti per farlo.
Spesso, i genitori sono esasperati dai comportamenti dei figli e quindi decidono di assecondarli: ecco alcuni atteggiamenti da adottare per gestire al meglio queste situazioni.
Quando i bambini si comportano in maniera capricciosa è importante fornire loro una guida precisa e sicura, impartendo regole con frasi brevi e chiare accompagnate da gesti facilmente riconoscibili. Un tono fermo e sicuro, deciso e non alterato è la mossa vincente.
Piccole sfumature nel suono della voce del bambino possono indicare esigenze diverse. Talvolta si tratta di legittime richieste, come quella del cibo, il latte materno, o del bisogno di attenzione, talaltra invece possono essere richieste meno importanti.
Assecondare i capricci è un atteggiamento che può condurre a un circolo vizioso. Spesso, un “non intervento” può rappresentare una valida risposta e una scelta educativa.
Prima ancora di capire qual è la risposta giusta al capriccio, quindi, per coerenza, è bene che ogni genitore abbia ben chiaro il modo in cui intende affrontare il percorso educativo con il proprio figlio.
Tipico dei bambini è saper cogliere al volo le debolezze dei genitori, dei nonni o di chiunque abbia con loro un forte legame affettivo. Se sarà chiaro che mamma o papà elargiranno coccole al minimo lamento, i bambini si trasformeranno i perfetti attori ogni volta ne avranno voglia e non bisogno.
Quando il bambino esplode in una specie di crisi isterica, l’atteggiamento migliore è rassicurarlo con un abbraccio.
Alla lunga, gli ordini portano a risposte nervose e aggressive. Il gioco, le risate e le coccole stimolano invece una produzione di ormoni che suscita uno stato di calma e benessere.