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Per far addormentare tranquillamente il proprio bambino non c’è espediente migliore che cantargli una ninna nanna. Ma quali sono i benefici di questo semplice e antico rituale che viene praticato anche in gravidanza? Scopriamoli insieme!
I benefici delle ninne nanne
La ninna nanna è il modo migliore e maggiormente usato dai genitori per far addormentare i propri figli. E’ un rituale che ha origini antichissime e che ha la funzione di calmare i bambini e farli addormentare serenamente. Il canto della ninna nanna e la vicinanza fisica e affettiva con il genitore favorisce effetti positivi sul comportamento del bambino che si mostra più calmo e sereno e anche nella madre, con una diminuzione della condizione di stress.
Le ninne nanne hanno la caratteristica di avere un ritmo omogeneo e ripetitivo e proprio questi due fattori hanno un effetto calmante che induce al sonno il bambino. Queste canzoncine sono le prime melodie che il bambino si trova ad ascoltare, le prime che generano sicurezza in lui. Ascoltandole i piccoli non si sentono soli, si sentono protetti, al sicuro dalle loro paure ed è un metodo efficace per farli entrare nel mondo dei sogni. Come afferma il Dott. Tim Griffiths:
Nel nostro cervello c’è una zona deputata alla ricezione degli stimoli musicali. Se stimolata produce risposte positive che hanno il potere di diminuire l’iperattività , l’eccitazione e anche il dolore. Se da un lato quindi la musica in sé aumenta in realtà stimoli cognitivi ed eccitazione, dall’altra fare buon uso delle ninne nanne calma i bambini apportando benefici fisici e mentali
Queste piccole canzoncine, inoltre secondo gli esperti, danno stabilità ed ordine nella vita del bambino. Quest’ultimo una volta uscito dal grembo materno si trova in un mondo a lui sconosciuto e sapere che a fine giornata si potrà far cullare dalla mamma o dal papà a ritmo di quella canzoncina che tanto ama lo rassicura e gli dà stabilità . Grazie alle ninne nanne e alla loro melodia ondeggiante e ripetitiva, inoltre, il bambino avrà un ordine mentale più delineato. Tra i vari benefici che queste canzoncine recano al bambino, si aggiunge anche lo sviluppo psicomotorio e la coordinazione corporea unita all’acquisizione del linguaggio.
Secondo Sandra Trehub, psicologa canadese
Quando i bambini si trovano in situazioni stressanti la musica è una distrazione incredibile. Appena inizi a cantare sono immediatamente trasportati. Merito del senso di familiarità che provoca una melodia ascoltata più e più volte
Le ninne nanne hanno un forte valore terapeutico e regolano le emozioni che si generano nel bambino: in seguito ad esempio ad un brutto sogno, ad un pianto o alla rabbia funzionano come calmante naturale.
Le ninne nanne durante la gravidanza
Le ninne nanne sono utilizzate dalle mamme come mezzo per comunicare con i propri figli sin da quando il loro bimbo si trova nell’utero materno. Secondo gli esperti, iniziare a cantare al proprio bebè dolci melodie e filastrocche sin dalla gravidanza permette di migliorare il legame madre-figlio e genererà benessere emotivo al bebè. Recenti studi hanno dimostrato quanto tutto questo sia vero: cantare ninne nanne nei tre mesi prima prima del parto e nei tre mesi dopo aver partorito porta vantaggi sia al bambino che alla mamma. Quando la madre si trova ad intonare una dolce melodia al proprio bebè è l’inizio di un legame affettivo che si crea tra i due. La persona che canta al piccolo diventa una delle figure di riferimento per il piccolo, il quale percepisce la relazione di dipendenza affettiva che diventerà man mano sempre più solida e indissolubile.
Le ricerche sulla ninne nanne
Recentemente sono state effettuate alcune ricerche specifiche sull’importanza delle ninne nanne per il nascituro. Un team di medici dell’Università degli Studi di Milano, guidato dalla dottoressa Giuseppina Persico, ha studiato i comportamenti di 170 donne in gravidanza per capire maggiormente i benefici che le ninne nanne portano al bebè. Le future mamme sono state divise in due gruppi: il primo gruppo di mamme cantava ninne nanne ai propri bebè mentre il secondo no. Il tutto in un arco di tempo dai 3 mesi prima della nascita fino ai 3 mesi di vita del bimbo. I risultati sono stati poi pubblicati su Woman and Birth: il pianto dei bambini a cui erano state cantate le canzoncine era inferiore di quasi il 20% ed i risvegli notturni era inferiori rispetto ai bimbi che non aveva udito nessuna melodia.