La candida vaginale è la più diffusa e frequente infezione intima femminile che colpisce almeno una volta nella vita il 70% delle donne.
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La candida vaginale è la più diffusa e frequente infezione intima femminile che colpisce almeno una volta nella vita il 70% delle donne in età fertile ed il 20% delle donne in gravidanza e può interessare anche gli uomini in seguito ai rapporti sessuali. I fastidi legati alla candida vaginale sono molto facilmente riconoscibili e comuni, ma anche facilmente contrastabili. Ecco i modi per riconoscerla e curarla fin dall’esordio.
La candida vaginale è un’infezione causata dalla Candida albicans, un lievito normalmente presente sulla pelle, in bocca, a livello intestinale e nella vagina. È infatti uno dei funghi in grado di vivere nel corpo senza creare particolari disturbi; in talune condizioni però prolifera in modo incontrollato, generando infezioni comunemente note come candidosi (o candidiasi).
Una delle cause più frequenti di candida vaginale è l’alterazione dell’equilibrio della microflora vaginale (composta per il 90% da lattobacilli ed il restante 10% da batteri saprofiti) dovuto, generalmente, da terapie antibiotiche (sarebbe utile associare l’uso di probiotici vaginali contenenti lattobacilli) o dalla compromissione delle difese immunitarie generali (per malattie o periodi di particolare stress).
Le infezioni da candida sono poi tendenzialmente più frequenti nelle donne che assumono contraccettivi ad alta concentrazione di estrogeni, durante la gravidanza (a causa delle modificazioni ormonali associate a questa particolare condizione fisiologica) ed il ciclo mestruale, in caso di obesità e in soggetti con predisposizione genetica.
Tra gli altri fattori che causano la candida vaginale vanno annoverati uso di spirale o diaframma; presenza di diabete, sindrome metabolica, immunodeficienza; frequentazione di ambienti “a rischio” (spiagge e piscine); rapporti sessuali non protetti: spesso le spore del fungo sono presenti sul prepuzio dell’uomo, ma non arrecano fastidio perché non si manifestano sintomi. Per questo, se non trattata adeguatamente, l’infezione può essere trasmessa con effetto “ping pong” nella coppia.
I sintomi della candida vaginale possono comparire anche a distanza di molto tempo dall’inizio della proliferazione del fungo sulle mucose. Ma di solito si acutizzano nella settimana che precede le mestruazioni. Prurito spesso accompagnato da bruciore e dolore sono i sintomi tipici della candida vaginale.
Quando compaiono per la prima volta e non passano nell’arco di 1-2 giorni, specie se associati a bruciore o difficoltà quando si urina (disuria) o ad alterazioni della consistenza, del colore o della quantità delle secrezioni vaginali (leucorrea) che diventano biancastre e pastose dal tipico aspetto a latte cagliato, dolore durante i rapporti sessuali, è importante consultare il medico per ottenere una diagnosi specifica e le indicazioni sul trattamento da intraprendere dopo un’accurata visita ginecologica durante la quale potrebbe essere effettuato un tampone per il prelievo delle secrezioni vaginali da esaminare al microscopio.
Durante la visita medica il ginecologo si occuperà anche di verificare la presenza di segni tipici di questa infezione, come eventuali ferite a livello della vulva, macchie secche e biancastre sulla mucosa della vagina e gonfiore o arrossamenti della vulva, della vagina e della cervice.
Nell’uomo, invece, la presenza del fungo può essere asintomatica. Solitamente, però, la candida si presenta con infiammazione ed eruzione cutanea della pelle del glande (balanite), bruciore intenso e, più di rado, con la comparsa di perdite biancastre e la formazione di materia grumosa nella zona del prepuzio (balanopostite).
Se i sintomi sono lievi, la candida vaginale può essere trattata con prodotti a uso locale. Tra i più utili vanno ricordati i derivati imidazolici da utilizzare dai 3 ai 14 giorni, a seconda della formulazione (creme, compresse vaginali, ovuli e capsule molli) e dello specifico principio attivo utilizzati.
Tutti i preparati vanno applicati in profondità nel canale vaginale regolarmente ogni giorno per tutto il periodo indicato dal medico se si vuole evitare che il disturbo da acuto diventi cronico o che si riproponga.
Astenersi dai rapporti sessuali o utilizzare sempre il preservativo evita invece la trasmissione dell’infezione al partner e riduce il rischio che si instauri un circolo vizioso di infezioni trasmesse vicendevolmente (effetto ping pong). È comunque preferibile che anche il partner si sottoponga ad un trattamento specifico contro la candida vaginale con farmaci o creme antimicotici.
Prevenire equivale a curare: massima cura dell’igiene intima: per i lavaggi sono altamente consigliati saponi e detergenti acidi. Cute e mucose devono essere mantenute ben asciutte, in modo da ridurre l’umidità che favorisce la proliferazione del fungo.
Per questo è buona abitudine evitare di indossare a lungo costumi da bagno umidi o indumenti intrisi di sudore. Utile, infine, è anche indossare biancheria intima di cotone ed evitare capi in nylon, microfibra e abiti trappo stretti e attillati.
Inoltre è importante seguire una corretta alimentazione, limitando il consumo di zuccheri, alcol, latte e derivati, bibite fermentate e gasate, lieviti ed alcuni formaggi (per esempio il gorgonzola).