Che cos'è l'ICSI? Come devono essere calcolate le settimane di gestazione e la data presunta del parto, nel caso in cui una donna si sottoponga a questa tecnica?
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Avere un figlio è desiderio di quasi tutte le coppie, viene vissuto come l’ovvio completamento di una famiglia.
Alle volte però succede che in modo naturale questo non possa avvenire. I problemi che si frappongono ad una gravidanza naturale possono nascondersi sia nel corpo femminile che in quello dell’uomo. Ecco allora, che dopo tanti mesi, a volte anni, passati in snervanti attese, arriva ad un certo punto il momento in cui la coppia decide di rivolgersi alla medicina che, con sofisticate tecniche, riesce spesso a dare un’importante mano al coronamento del sogno più bello di tutti.
Stiamo parlando di inseminazione artificiale che comporta l’introduzione nell’utero della donna degli spermatozoi del partner.
Una tecnica particolare di inseminazione artificiale è l’ICSI.
L’icsi (Intra Cytoplasmic Sperm Injection) è una tecnica di fecondazione che prevede l’inseminazione di un ovulo utilizzando un solo spermatozoo. Rispetto alle altre tecniche di fecondazione permette perciò di risparmiare un gran numero di spermatozoi (tra i 50.000 e i 100.000). Questa tecnica nacque nel 1982 ed ha conosciuto un crescente successo solo negli ultimi anni: è la pratica più diffusa come fecondazione assistita. Tale tecnica è particolarmente indicata nel caso di coppie con fattore maschile severo, anche nel caso di uomini che non eiaculano sperma, perché esso viene rimosso direttamente dai testicoli. Ma è ugualmente preferita anche in casi di sterilità meno gravi. Ciò che differenza questa tecniche dalle precedenti è che nella ICSI lo spermatozoo è microiniettato direttamente all’interno dell’ovocita e ciò aumenta notevolmente le potenzialità fecondanti.
Gli ovociti vengono aspirati mediante una puntura e, una volta prelevati, vengono poi portati in laboratorio dove, dopo alcune ore, sono pronti per ricevere lo spermatozoo. Tra il primo e il terzo giorno, gli ovuli fecondati vengono trasferiti nell’utero materno e proseguono poi nella loro crescita in maniera naturale.
Il calcolo delle settimane di gravidanza dopo l’ICSI è identico a quello che si effettua su una gravidanza naturale. In questo caso, alla prima visita ginecologica, la dottoressa comunica in modo molto rapido a quale settimana di gestazione si trova la futura mamma. Tale rapido calcolo viene effettuato partendo dal giorno dell’inizio dell’ultima mestruazione utilizzando un semplice strumento, il regolo ostetrico. Nel caso di fecondazione assistita ICSI è necessario sottrarre 14 giorni da quando avviene l’inseminazione dell’embrione (che coincide al momento del concepimento) e da quel momento si fa partire il calcolo delle settimane.
Gli ovuli femminili vengono prelevati, trasferiti al laboratorio embriologia dove vengono posti in coltura all’interno di incubatrici e dopo alcune ore vengono inseminati, ovvero lo spermatozoo viene iniettato al loro interno direttamente attraverso un micromanipolatore. In tale occasione avviene il vero e proprio concepimento che, a differenza di una gravidanza naturale, nel caso di inseminazione assistita, è certo.
Anche la data presunta del parto viene individuata calcolando le 38 settimane dopo il giorno dell’inseminazione. Tale data non necessariamente coincide con l’effettiva venuta al mondo del piccolo, in quanto questo momento non è prevedibile in maniera certa. Non si può dimenticare che anche parti che avvengono molti giorni prima (prima della 37esima settimana) o anche dopo la data presunta sono considerati del tutto normali.