Il giorno preciso del parto non è mai indovinabile con assoluta certezza, ma ci si può aiutare con il calcolo del DPP sapendo la data del concepimento e delle ultime mestruazioni.
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Ogni donna che è in dolce attesa si chiede quando sarà il fatidico giorno del concepimento. Calcolare la data del parto è possibile, ma ovviamente non si può avere un’esattezza estrema perché i bimbi non nascono mai con precisione matematica: con il calcolo del DPP sapendo la data del concepimento, però, si possono avere dei risultati abbastanza attendibili.
È possibile, tramite il calcolo del DPP, avvicinarsi molto alla data precisa del parto con un’approssimazione molto realistica del periodo del concepimento. Bisogna però tenere in considerazione il fatto che i bambini spesso nascono prematuramente, ossia prima del termine delle 40 settimane oppure, addirittura, dopo le 42 settimane. Inoltre, spesso, il travaglio non compare spontaneamente ma deve essere indotto. Tenuto conto di tutti questi fattori è comunque possibile approssimarsi alla data del parto tramite questo metodo di conteggio.
Bisogna partire dal giorno in cui sono comparse le ultime mestruazioni e tenere conto della durata del ciclo, che varia per ogni donna. Verso la metà del ciclo, intorno al 14° giorno, nei cicli di durata di 28 giorni, inizia l’ovulazione, cioè il periodo più fertile. Questa fase prevede il rilascio dell’ovocita che, fecondato dallo spermatozoo, permetterà il concepimento. Bisogna tenere in considerazione anche la fase luteinica, ossia quella seguente l’ovulazione. Non viene fatto il calcolo a partire dal giorno del concepimento perché lo spermatozoo impiega del tempo, di solito alcuni giorni, per fecondare efficacemente l’ovulo. In sintesi la data del parto si calcola aggiungendo 280 giorni alla data del giorno d’inizio dell’ultima mestruazione.
Con precisione il calcolo della data prevista del parto si ottiene partendo dal primo giorno dell’ultima mestruazione, tenendo conto della lunghezza media del ciclo (da 22 a 28 giorni) e della fase luteinica (da 9 a 16 giorni). Stabilito questo conteggio si aggiungono 280 giorni e si ottiene una data che è piuttosto indicativa dell’effettivo giorno in cui potrà avvenire il parto. I ginecologi però consigliano di tenere in considerazione che ogni gravidanza segue delle regole a sé stanti perché se la donna ha cicli molto irregolari il calcolo del DPP ha un certo margine d’incertezza che non si deve mai sottovalutare. È sempre meglio rivolgersi ad un ginecologo che possa valutare il calcolo ottenuto e fornire ulteriori indicazioni in base al suo sapere specialistico.
Ci sono alcuni fattori da tenere sempre in considerazione quando si effettua il calcolo sia del DPP che dell’epoca gestazionale (cioè il calcolo delle settimane a partire dall’ultimo giorno di mestruazioni). Questo calcolo, infatti, si può presumere ma mai predire con certezza perché l’epoca gestazionale può essere difforme rispetto alla reale crescita dell’embrione. Eseguendo delle ecografie, infatti, si può accertare quanto l’embrione sia in effetti sottodimensionato oppure sovradimensionato a seconda del periodo gestazionale, questa valutazione può aiutare molto nell’indicazione della presunta data del parto.
Ci possono essere diverse discrepanze tra i risultati del calcolo del DPP e le rilevazioni dello stato e delle misure dell’embrione nel grembo materno. Altro fattore da non sottovalutare affatto è che quando si parla di epoca presunta del parto non si indica mai la data precisa della nascita del bambino ma s’intende un periodo che comprende 5 settimane durante le quali è molto probabile che il bimbo possa nascere.